Possiamo definirli i numeri della sofferenza e della solidarietà: nel 2016 a Roma sono stati distribuite cinque tonnellate di generi alimentari e tre tonnellate di abiti a settimana. Durante tutto l’anno le coperte e i sacchi a pelo donati sono stati 21mila, 11.500 i prodotti per l’igiene personali e 40mila i pacchi alimentari portati nei centri. Le cene servite per strada in 21 quartieri di Roma e in cinque comuni della provincia (Civitvecchia, Fiumicino, Nettuno, Santa Marinella, Tivoli) in anno sono state 112mila. Nella mensa della Comunità di Sant’Egidio in via Dandolo 5.100 volontari hanno offerto 92mila pasti.
Torna la guida per i poveri, 2017, redatta da 27 anni dalla Comunità di Sant’Egidio. 235 pagine, con oltre 600 indirizzi di strutture e servizi, rivolti a persone italiane e straniere bisognose di ogni tipo di assistenza: disoccupati, senza fissa dimora, alcolisti e tossicodipendenti, giocatori d’azzardo, detenuti, donne vittime della tratta, minori.
Questi i “numeri” illustrati giovedì 22 dicembre dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo in occasione della presentazione di “Dove“, la guida pubblicata ogni anno dalla comunità trasteverina che raccoglie tutti gli indirizzi utili per “mangiare, dormire, lavarsi” nella Capitale. Una sorta di “Michelin dei poveri”.
In Italia aumenta, dunque, la povertà ma anche la solidarietà: 4,5 milioni di persone in povertà assoluta nel 2016- a fronte di un dato del 2005 sotto la soglia dei due milioni-, 8 milioni quelli in povertà relativa, pari al 13% della popolazione italiana. Dati allarmanti che si legano ad un trend in crescita anche nella capitale e fotografano la difficoltà del Paese ad uscire dalla crisi.
“Le difficoltà economiche– sottolinea Impagliazzo- riguardano principalmente le famiglie e le famiglie con tre o più figli. Altri soggetti che vivono in povertà assoluta sono poi i rom, che vivono nei campi in condizione di forte sofferenza e su cui nella città si è fatto ancora troppo poco. Sono in difficoltà anche le persone tra i 40 e i 60 anni che perdono il lavoro e i Neet, in aumento a Roma e nel Paese“.
A confortare sono però i ‘numeri della solidarietà’, che vedono nella Capitale un aumento delle iniziative a favore di persone che vivono situazione di disagio economico. Si registrano infatti +9 mense, +3 gruppi di volontariato che si occupano di fornire un pasto caldo per strada, +5 servizi doccia, +11 scuole di italiano per stranieri, +8 servizi contro il gioco d’azzardo. Per un totale di 40 mense, 40 gruppi per 2700 persone che distribuiscono cene in strada, 22 servizi docce, 38 centri di cura, 145 centri d’ascolto, 7 asili e scuole private per bambini stranieri, 4 centri di assistenza per detenuti e 9 organismi di sostegno. E poi ancora 11 centri per donne vittime di tratta, 19 servizi contro il gioco d’azzardo, 22 scuole di italiano per stranieri e 12 telefoni per aiuto. Gli indirizzi dei luoghi della solidarietà, circa 600, sono reperibili nelle 235 pagine e 14 sezioni in cui è divisa la guida, che verrà distribuita gratuitamente ai senza dimora e agli operatori dei servizi in 12.000 copie.
“Dalla crisi si esce solo insieme, non bisogna cedere al clima di allarme” è l’appello di Impagliazzo, che sottolinea una crescita di attenzione da parte della città verso le problematiche dei più poveri: “A Roma sono aumentati gli aiuti e i sostegni al mondo della povertà durante il Giubileo. Il messaggio di misericordia di papa Francesco è passato e il clima di paura e di allarme, diffuso irresponsabilmente da parte di forze sociali e politiche e di certa stampa, non ha motivo di esistere. Una gran parte dei cittadini romani vuole stare dalla parte dei poveri- aggiunge-, ma a fronte di questa maggiore generosità non si registra una maggiore offerta da parte delle istituzioni”. Istituzioni che, secondo Impagliazzo, spesso sono distanti dalla realtà e creano ostacoli di tipo burocratico: “I bandi sull’emergenza posti letto si basano su criteri troppo strigenti e questo non permette alle associazioni come noi che vorrebbero mettere a disposizione strutture di rispondere positivamente.
Il bando sull’emergenza freddo giunge un po’ in ritardo- ribadisce Impagliazzo- ed anche se da parte dell’amministrazione comunale c’è la volontà di sostenere le problematiche sociali, spesso è difficile passare ad una fase di attuazione”. Rigidità che ultimamente hanno portato anche alla chiusura di diversi luoghi di culto e moschee e che “hanno messo in allarme la comunità musulmana romana”, rischiando di avvelenare “il clima già teso” e favorire “la radicalizzazione”. Anche per le associazioni di volontariato, segnala Impagliazzo, a volte risulta difficile agire: “Molti senzatetto si concentrano in stazioni e ospedali perchè sono luoghi illuminati, protetti e in alcuni momenti anche caldi. Le organizzazioni di volontariato tentano di aiutare queste persone nei luoghi dove decidono di passare la notte, ma ultimamente abbiamo avuto problemi con le Ferrovie dello Stato con cui ci siamo dovuti accordare per distribuire generi di prima necessità fuori dalle stazioni. Ma sembra che neanche questo possa andare più bene”.
Una situazione, quella della casa a Roma, che rischia di aggravarsi se si pensa che sono circa 26.000 le domande di persone in attesa di un alloggio popolare, che spesso non potendo accedere ad un mercato degli affitti bloccato verso l’alto si ritrovano a dover vivere e dormire in strada. “Sono molte le persone in difficoltà nella nostra città e nel Paese- spiega Impagliazzo-.
Il governo Renzi ha fatto molto varando il Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale ma le fasce di reddito coinvolte dal piano sono troppo basse. Noi chiediamo un allargamento a livello di reddito leggermente più alti e un maggior sostegno rivolto ai minori”. All’azione ordinaria la Comunità di Sant’Egidio, che quest’anno ha distribuito circa 40.000 pacchi alimentari, affianca iniziative concentrate in particolari periodi dell’anno: “Quest’anno saranno circa 15.000 gli ospiti del tradizionale pranzo di Natale offerto dalla Comunità di Sant’Egidio e oltre 40.000 saranno le persone che serviremo in tutta Italia. Bisogna insistere sulle reti di solidarietà e favorirne il consolidamento, non sui temi che creano paura e diffidenza”. L’edizione 2017 di ‘Roma Dove’ è dedicata a Modesta Valenti, una donna che viveva alla stazione Termini ed è morta senza soccorso dopo essersi sentita male il 31 gennaio 1983. Il personale dell’ambulanza, arrivato in tempo, si rifiutò di prenderla a bordo a causa della sua sporcizia. Da allora, il 31 gennaio è diventato il giorno della memoria delle persone che sono morte in strada.