In Italia la fecondità si è ridotta a 1,35 figli per donna, gli anziani rappresentano il 22% della popolazione e i minori il 16,5%. Senza giovani né bambini il nostro viene percepito come un Paese dal futuro incerto. A dirlo sono i numeri dell’ultimo Report del Centro studi investimenti sociali che sottolinea anche il boom delle cancellazioni dall’anagrafe di italiani trasferitisi all’estero, nel 2015 sono stati 102.259, una cifra praticamente raddoppiata negli ultimi quattro anni e che ha avuto una crescita del 15,1% solo negli ultimi dodici mesi. E in un Paese in cui la piramide generazionale si è capovolta, gli stranieri rappresentano un importante serbatoio di energie.
Dal 2001 ad oggi la popolazione è aumentata del 6,5%, raggiungendo gli attuali 60.666.000 abitanti. Ma questa crescita è stata determinata prevalentemente dalla componente straniera, che è quasi triplicata negli ultimi quindici anni (+274,7%). Immaginare un’Italia senza stranieri vorrebbe dire pensare ad un Paese dove vi sarebbero 2,5 milioni di giovani e giovanissimi in meno. A gennaio 2016, i minori stranieri residenti in Italia erano 1.065.811, dei quali 748.000 nati in Italia e 317.000 nati all’estero. Certamente la scuola rappresenta uno degli ambiti su cui concentrare i maggiori sforzi per una buona integrazione. Gli alunni stranieri che frequentano le scuole secondarie di primo e secondo grado sono 351.138 e costituiscono un target privilegiato per qualsiasi politica di inclusione sociale. Un primo campanello d’allarme viene dai risultati scolastici: quasi 98.000 studenti stranieri del ciclo secondario hanno ripetuto uno o più anni: il 7,5% tra coloro che frequentano le scuole medie secondarie di primo grado rispetto al 2,1% degli studenti italiani e al 12,8% di coloro che frequentano gli istituti di secondo grado (rispetto al 7,1% degli italiani). Accanto ad un disagio sociale piuttosto frequente esiste però una visione del futuro che si esprime nella volontà di proseguire gli studi e di scegliere indirizzi più qualificati. Nel 2015 il 25,6% degli studenti stranieri si è iscritto ad un liceo ed il 38,6% ha scelto un istituto tecnico. Aumentano anche gli iscritti all’università: negli ultimi dieci anni gli iscritti stranieri ai nostri atenei sono aumentati dell’83,7% (nel 2015 sono stati 70.339). Le facoltà preferite dagli studenti stranieri sono quelle dell’ambito economico-statistico (13.208 iscritti, +143,3% in un decennio), troviamo poi Ingegneria (11.826 iscritti, +245,2%) e l’indirizzo politico-sociale (7.707, +83,5%).