Le stazioni geodetiche stanno studiando le deformazioni permanenti della crosta terrestre dopo il sisma del 24 agosto e quello del 30 ottobre ed ora prosegue lo studio degli enti di ricerca sulle deformazioni del suolo e sull’individuazione delle strutture geologiche che hanno generato le scosse sismiche del 24 agosto e di fine ottobre 2016, anche grazie all’utilizzo di dati satellitari. Le analisi del Cnr-Irea sulle immagini radar accertate dal sensore giapponese Alos 2 sul terremoto del 30 ottobre confermano, aggiungendo nuovi particolari, i risultati delle precedenti ricerche di altri due sensori: Cosmo-SkyMed e Sentinel-1. La mappa di deformazione co-sismica determinata utilizzando le immagini Alos 2 prima e dopo l’evento tellurico (acquisite rispettivamente il 24 agosto e il 3 novembre), rileva due punti principali di deformazione. Il primo (riguardante il territorio di Norcia) mostra uno spostamento verso ovest insieme ad un sollevamento pari a 35 centimetri di deformazione; il secondo mette a fuoco una notevole depressione del suolo (oltre 60 centimetri) nell’area di Castelluccio, nonchè uno spostamento verso est della zona di Montegallo. Grazie al satellite giapponese Alos 2 è altresì consultabile, per cronologia, un documento che mostra l’evoluzione delle deformazioni superficiali conseguenti agli eventi sismici di questi mesi.
L’interferogramma (che misura l’intensità di un segnale ondulatorio in funzione dello spazio o di una data grandezza) elaborato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia mette in luce il fenomeno nella sua interezza e complessità. I profili tracciati attraverso le zone di massima deformazione nelle aree interessate dai due terremoti di Visso magnitudo 5.9, e Norcia magnitudo 6.5, mostrano il movimento della superficie terrestre provocato dal profondo flusso dei livelli del piano di faglia, verificatosi nel corso delle scosse di terremoto più violente. Informazioni determinanti per ricostruire con precisione la struttura e la posizione delle sorgenti sismiche.