In Italia centrale è ormai scossa continua. Sono oltre 1.000 le unità dei Vigili del Fuoco all’opera nei territori colpiti dal terremoto di ieri. Gli uomini che integrano le unità già presenti nei luoghi colpiti sono arrivati dalla Toscana, dal Lazio, dall’Abruzzo, dal Molise e dall’Emilia Romagna con invio di sezioni operative, team Usar, cinofili e nuclei Tlc. Sono stati attivati i Reparti Volo di Bologna, Rieti e Pescara con l’impiego dei droni in attività di verifica.
Il terremoto di magnitudo 6,5 di ieri con epicentro vicino a Norcia è stato il più violento verificatosi in Italia da quello dell’Irpinia nel 1980. Tanto per rendere l’idea, il sisma del Friuli del 1976 fu di magnitudo 6.4 della scala Richter, la scossa più devastante nel 2009 a L’Aquila di 5.8, quello di Umbria e Marche del 1997 di 6.1. Anche quello del Belice, del 1968, fu del 6.1. Solo in Irpinia, nel 1980, la magnitudo fu del 6.5 della scala Richter, pari insomma all’intensità distruttrice di ieri, e causò 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. Fortunatamente per la tragedia odierna non si contano vittime, ma tanta disperazione sì. Moltissime le abitazioni andate distrutte, Piazza San Benedetto, il centro di Norcia, è completamente invasa da polvere e macerie. La Basilica del patrono d’Europa è completamente crollata, in piedi è rimasto solo il frontone seppure lesionato anch’esso. Gravemente danneggiati il Palazzo del Municipio e il Museo della Castellina, Il tetto della cattedrale di Santa Maria Argentea si è sbriciolato in un attimo come pure le speranze degli abitanti del luogo.
La strada statale Valnerina riporta larghe fenditure che tagliano in due la carreggiata. Sulla strada anche smottamenti e pietre. Possono circolare solo i mezzi di soccorso e autorizzati. Anche a Santa Maria degli Angeli sono in corso verifiche in queste ore. Nella Basilica è attesa la conclusione dei controlli delle autorità competenti per poter autorizzare le celebrazioni in totale sicurezza. Il personale tecnico del Comune di Assisi e le autorità di polizia stanno eseguendo i sopralluoghi alla vigilia della festività dei Santi. Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale va ad inscriversi in una zona già inserita nella mappa sismica del Paese e in quella pubblicata nel 2003 sulla Gazzetta ufficiale. La zona appenninica era già stata classificata come ad alta pericolosità. Ora occorre ricostruire e sostenere le popolazioni colpite, ma contestualmente è necessario un piano di prevenzione a lungo termine.