La crisi affonda l’isola più bella del mediterraneo: non solo i giovani laureati o diplomati, cercano lavoro all’estero ( età media 33 anni, mete più frequenti Germania e Inghilterra), ogni settore è in crisi. Negli ultimi 16 anni circa 200 edicole su 1.300 hanno chiuso in Sardegna, dove le rivendite di giornali e riviste sono concentrate nell’area di Cagliari, con 400 punti vendita e Sassari, con 390, inclusa la Gallura. Per contrastare il crollo di vendite che affrontano le circa 1.100 edicole superstiti e anche le librerie la cui sopravvivenza è a rischio con l’incremento degli acquisti on line, il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge, primo firmatario il vicecapogruppo Marco Tedde, per sostenere il settore con contributi regionali, con uno stanziamento annuale iniziale di 800mila euro l’anno.
Il testo propone di stralciare edicole e librerie dalla legge regionale 9 del 2002 sul commercio e di stanziare fondi per agevolazioni dedicate: contributi a fondo perduto fino al 70% della spesa complessiva ammissibile per investimenti in innovazione, nel limite massimo di 10mila euro per ogni impresa e per progetti di minimo 2mila euro.
“L’obiettivo di questa proposta di legge è individuare risorse per sostenere e rilanciare l’attività di edicole e librerie, per cercare di riqualificarle e innovarle anche tecnologicamente. Vogliamo librerie ed edicole 2.0, per farle sopravvivere sul mercato“. Così il vicecapogruppo di Forza Italia Marco Tedde, primo firmatario della proposta del gruppo azzurro in Consiglio regionale, a sostegno della rete delle edicole e librerie della Sardegna. Un settore profondamente in crisi, spiega Tedde, “soprattutto in Sardegna, dove negli ultimi 16 anni hanno chiusi i battenti circa 200 punti di vendita, che significa 200 famiglie senza lavoro”.
La proposta di Tedde, presentata stamane in Consiglio regionale insieme al capogruppo azzurro Pietro Pittalis, e ai consiglieri Ignazio Locci, Giuseppe Fasolino, Alessandra Zedda, Edoardo Tocco e Giancarlo Carta, prevede in sostanza una modifica alla legge regionale 9 del 2002 sulle agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio, con interventi specifici e mirati al settore della distribuzione dei libri e stampa. Su tutti, contributi a fondo perduto del 70% della spesa complessiva preventivata per il progetto di riqualificazione del punto vendita, fino a un massimo di 10.000 euro, e un minimo di 2.000. “Bastano poche migliaia di euro- spiega Tedde- e un’edicola può avere ad esempio il wifi gratuito o dare informazioni turistiche. Insomma diventare un punto di attrazione nel contesto in cui si trova, che spesso è una piazza. È assolutamente necessario invertire una tendenza e un trend negativo che sta facendo scomparire le edicole”.
Per Pittalis è necessario “intervenire con azioni concrete per sostenere la rete delle edicole e librerie sarde, in un momento come quello attuale in cui la carta stampata sta attraversando serie difficoltà, vale per tutti l’esempio de La Nuova Sardegna“, mentre per Locci questa è una proposta “che va verso un settore specifico della piccola e media impresa, e va in controtendenza rispetto alla teoria della Giunta sulla pianificazione unitaria: da quando è in carica ha sempre evitato di andare a sostenere settori specifici con finanziamenti diretti, e i risultati si vedono”. Il settore delle edicole “è uno dei più colpiti negli ultimi anni e non ci si è soffermati abbastanza- sottolinea Fasolino-. Tra l’altro stiamo parlando nella maggior parte dei casi di famiglie mono reddito”. Chiude Zedda: “Da tre anni ci siamo sentiti dire dalla Giunta che le attività produttive sarebbero state finanziate con progetti coerenti e fondi comunitari: non abbiamo visto nulla”.