In Basilicata la popolazione si sta riducendo in modo costante e inesorabile. La tendenza, certificano i dati Istat, si verifica soprattutto nei piccoli Comuni e nelle aree interne meno sviluppate.
I giovani lasciano la loro terra, nonostante la presenza delle Università di Potenza e di Matera, di conseguenza, l’età media della popolazione sale irrimediabilmente.
Le ripercussioni sono quotidiane, gli uffici postali chiudono definitivamente oppure gli sportelli aprono a giorni alterni. Chiudono le edicole, non si aprono altre farmacie. I servizi tendono a concentrarsi in pochi Comuni mentre spariscono nei piccoli centri con popolazione inferiore a mille abitanti, che in Basilicata sono la maggioranza.
Secondo l’ultimo censimento, risalente all’ottobre 2011, il numero dei lucani residenti era pari a 578.036. Il primo gennaio del 2015 erano 576.619, il gennaio successivo, quello di quest’anno, 573.694. Tutte oscillazioni in negativo.
Il presidente dell’Anci lucana Salvatore Adduce, ex sindaco di Matera, si esprime in questi termini: ”Serve una terapia di urto contro questa costante emorragia. Abbiamo pensato a questa assemblea per aprire un cantiere. Non abbiamo delle ricette immediate, dobbiamo confrontarci e studiare le migliori strategie. E per fare questo dobbiamo partire dai dati e dalle proiezioni future che sono raccapriccianti e meritano un approfondimento ed un’immediata reazione. Secondo il Cresme – sottolinea Adduce – fra 20-25 anni la Basilicata si troverà ad avere 450mila abitanti. Questo deve obbligarci ad un piano sistematico in cui vogliamo coinvolgere anche il Ministero della Salute perché si tratta di un tema economico e sociale”.
A Fardella, Comune potentino di circa 600 anime, l’asilo comunale è rimasto aperto. L’inserimento di sette bambini, figli di migranti richiedenti asilo, in tutto una trentina, ha scongiurato la chiusura imminente della struttura pubblica. Questo caso è diventato in Basilicata un esempio di integrazione ed anche un segnale di speranza per i piccoli Comuni. Proprio qui l’inserimento di giovani nuclei familiari con i programmi Sprar per richiedenti asilo va in controtendenza rispetto alla fuga dei ragazzi in cerca di prospettive di vita e di lavoro più promettenti e, nel contempo, va a compensare i bassi indici di natalità che portano ad un saldo naturale negativo (più morti che nati). ”L’accoglienza e l’integrazione dei migranti – ha dichiarato Adduce – sono delle questioni da saper coltivare. In alcuni casi salviamo delle scuole grazie alla presenza dei migranti ma dobbiamo stare attenti e far capire che dedichiamo grande attenzione ai nostri cittadini perché ciò potrebbe mettere a rischio i processi di integrazione. Se ci riusciamo, grazie ad un lavoro corretto possiamo costruire un modello di accoglienza che va oltre la solidarietà ma diventa anche un fatto positivo sia economico che sociale”.
Proprio su questo tema l’Anci ha organizzato a Potenza un’assemblea regionale, che si è tenuta lo scorso 26 settembre, e che ha avuto come argomento: “Un piano di contrasto allo spopolamento della Basilicata”, argomento scelto proprio in considerazione dell’emergenza che si sta verificando in questa Regione. L’Anci proprio in quest’occasione, ha proposto un piano urgente per studiare politiche in grado di creare lavoro, attrarre investimenti e creare le condizioni per un modello positivo di integrazione anche con gli stranieri.
Industria e cultura sono le leve su cui vengono avanzate le prime proposte, ha sottolineato Salvatore Adduce: ”Un’idea è quella della zona franca energetica sia per far risparmiare i cittadini che per attrarre imprese e investimenti sul territorio mentre un altro tema importante è la cultura, simboleggiato da Matera 2019, che può essere intesa come una strada maestra per frenare questo fenomeno”.