Lo scorso giugno la Corte d’Appello di Torino aveva sentenziato che i figli dei 58 genitori che avevano presentato ricorso avrebbero potuto consumare, per il pranzo a scuola, un panino portato da casa al posto del pasto della mensa.
Il diritto, a questo punto, è esteso a tutte le scuole, che dovranno organizzarsi prendendo gli appositi provvedimenti.
La sentenza della Corte di Appello ha quindi, vinto sulle proteste del MIUR che si opponeva a questa possibilità perché sosteneva che sorvegliare i ragazzi che non mangiano il pasto del servizio comunale non era così semplice, ma, gli stessi giudici, hanno trovato al soluzione sentenziando che i bambini che porteranno il pasto da casa dovranno consumare il pranzo con i propri compagni, poiché la mensa è considerato un momento formativo che non può dare origine a discriminazioni. Il corpo docente presterà assistenza gratuita a questi bambini come per gli altri.
Nel comune di Torino le adesioni al servizio per consumare il pasto portato da casa dovranno pervenire entro il 26 settembre per permettere alla scuole, in cui il servizio mensa comincerà il 3 ottobre, di organizzarsi.
Non è solo Torino la città che reclamava il diritto di consumare il cibo portato da casa. In molte città, infatti, il caro mensa ha fatto infuriare le famiglie che richiedono a gran voce la possibilità di preparare per i propri figli il pasto in casa. Anche a Bologna da anni le famiglie reclamano questo diritto così come a Bari, e Firenze, anche se nelle città in cui il costo della mensa è più contenuto le richieste sembrano essere di meno.