Si aggrava la crisi della Giunta capitolina. Sono pervenute anche le dimissioni dei i vertici dell’Atac, oltre a quelle di Minenna e Raineri. Hanno lasciato sia il direttore generale, Marco Rettighieri, che l’amministratore unico, Armando Brandolese. Via anche l’amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro. In un post notturno, la Raggi ha spiegato che la ragione delle revoca dell’incarico alla capo di gabinetto è la conseguenza del parere chiesto all’Autorità Anticorruzione per garantire la massima trasparenza delle scelte amministrative. Intanto, la nomina di Carla Raineri a capo di gabinetto di Roma Capitale sarà oggetto di accertamenti da parte della procura della repubblica sulla base di un esposto depositato da Fratelli d’Italia nel quale si ipotizza il reato di abuso d’ufficio. L’azione legale, legata anche ai compensi assegnati, era stata annunciata il 23 agosto scorso e riguardava non solo la nomina di Raineri, ma anche quella del capo della segreteria del Sindaco, Salvatore Romeo. Per tutta risposta, la Raggi ha dichiarato: “Stiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città. Non ci fermiamo. Trasparenza è uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il “palazzo” deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro… Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto “la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL e l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria”. Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l’ordinanza di revoca”.
In sostanza, l’Anac avrebbe ritenuto sbagliata la procedura adottata per le nomine e l’entità dello stipendio assegnato ai nuovi vertici del Campidoglio, poichè il comma 3 dell’art. 110 del Tuel prevede che “…Il trattamento economico, equivalente a quello previsto dai vigenti contratti collettivi nazionali e decentrati per il personale degli enti locali, può essere integrato, con provvedimento motivato della Giunta, da una indennità ad personam, commisurata alla specifica qualificazione professionale e culturale, anche in considerazione della temporaneità del rapporto e delle condizioni di mercato relative alle specifiche competenze professionali…”, giustificando in tal modo emolumenti superiori a quelli assegnati ai dirigenti interni dell’ente. Invece, il testo dell’art. 90 recita: “… Al personale assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali. 3. Con provvedimento motivato della Giunta, al personale di cui al comma 2 il trattamento economico accessorio previsto dai contratti collettivi può essere sostituito da un unico emolumento comprensivo dei compensi per il lavoro straordinario, per la produttività collettiva e per la qualità della prestazione individuale. 3-bis. Resta fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico, prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello dirigenziale.” L’applicazione di questa norma prevede, dunque, l’attribuzione di compensi in linea con quelli dei dirigenti interni allo stesso ente.