Il premier Matteo Renzi e il suo staff sono al lavoro per affrontare il dopo-terremoto che ha messo in ginocchio alcune aree dell’Italia centrale. Già ieri, l’esecutivo ha dichiarato lo stato di emergenza, stanziando i primi 50 milioni e decidendo il blocco delle tasse per le popolazioni colpite. Ma, questa volta, il Governo non intende limitarsi a gestire la mera emergenza e prova a guardare lontano, annunciando il progetto ‘Casa Italia’. Obiettivo, cercare “tutti insieme, al di là delle visioni politiche”, di mettere in piedi un sistema di prevenzione infrastrutturale che eviti per il futuro la triste conta dei morti che colpisce il nostro Paese dopo ogni calamità. Quanto alla ricostruzione di paesi e borghi distrutti, Renzi ha affermato con determinazione che non verrà edificata alcuna New town, secondo il modello molto discusso dell’Aquila, ma ci saranno invece interventi rapidi e decisi insieme ai Sindaci per consentire agli abitanti di restare vicini alle loro radici. E, cosa fondamentale, evitando sprechi e ruberie sugli appalti. “I soldi – spiega – vanno spesi bene nel rispetto dei cittadini italiani, quanti soldi sono stati buttati via in passato e in questo senso il modello Anac può essere applicato anche nella ricostruzione. Chi ruba è uno sciacallo. Se all’Aquila, c’è stato un blocco nella ricostruzione, questo – si impegna il Presidente del consiglio – non avverrà ora. Dobbiamo fare un’operazione per cui i lavori procedano spediti”. Nel concludere la conferenza stampa, il premier ha ricordato la propria esperienza “da Sindaco” per rilanciare il tema della prevenzione che “magari non rende in termini di consensi immediati ma fa bene al paese”, ha sentenziato. E, a questo scopo, ha lanciato un appello, non solo alla politica, ma anche al mondo delle professioni per definire insieme il progetto strategico ‘Casa Italia’.