Le Olimpiadi sono finite da poche ore con il loro carico di gioie e dolori per ogni singolo atleta, con le paure di terrorismo che hanno imperversato alla vigilia e per le intere settimane dei giochi. Senza menzionare quella sanitaria dovuta al virus zika.
Per noi italiani è stata un Olimpiade in chiaroscuro con giornate memorabili, soprattutto quelle provenienti dal nuoto e dal tiro, ed altre dettate da cocenti delusioni.
In ogni caso il medagliere di Rio è stato in linea con quelli delle precedenti edizioni dove ottenemmo gli stessi ori e dove la differenza la fanno le medaglie d’argento che sono di più in quest’ultima edizione carioca.
Non è immutata, invece, la gioia degli italiani incollati alla tv e agli smartphone che hanno permesso, in ogni luogo ci trovassimo, la visione in diretta o in differita degli eventi sportivi.
Dal Trentino alla Sicilia vi è stato uno tifo sfrenato per la maglia azzurra.
Le medaglie italiane hanno una matrice che interessa l’intero suolo italico e ci raccontano uomini e donne figli dell’Italia dei Comuni.
Ad incominciare dalla medaglia d’oro del ciclismo su pista di Elia Viliani che viene dalle, quasi, 12 mila anime di Isola della Scala in Provincia di Verona e prosegue con il fiorentino Niccolò Cambriani, vincitore di una duplice medaglia d’oro con il tiro a segno. Non solo Cambriani, dunque, altri ori provengono dal tiro al volo, specialità skeet, grazie a Gabriele Rossetti, dalla Valdinievole, e a Diana Bacosi, che è nata a Città della Pieve (Perugia) ma vive fin da piccola a Cetona nel senese. L’Umbria e la Toscana si contendono la paternità della nostra atleta determinando una piccola “guerra” diplomatica locale.
Le medaglie d’oro continuano con Gregorio Paltronieri proveniente da Carpi, nella provincia di Modena, e vincitore di una entusiasmante medaglia nei 1500 stile libero di nuoto. Anche il meridione vince una medaglia d’oro grazie al catanese Daniele Garozzo che si aggiudica la pedana più alta grazie al fioretto nella scherma.
L’ultima medaglia pregiata viene dal judoka Fabio Basile, da Rivoli in Provincia di Torino. Quella di Basile è stata la prima medaglia pregiata italiana ai giochi di Rio ma soprattutto verrà ricordata per essere stata la duecentesima medaglia italiana ai giochi Olimpici.
Per ciò che concerne le medaglie d’argento, diverse ci arrivano dagli sport di squadra: dalla Pallanuoto, dal beach volley, dal trampolino e dalla scherma. Sempre dagli sport di squadra, più precisamente dal volley maschile, ci arriva l’ultima medaglia d’argento, nonché l’ultima di questi giochi, conquistata ieri sera con tanto rammarico e recriminazione.
Individualmente l’argento continua con La Toscana ancora protagonista grazie a Rachele Bruni, da Carmigliano, in provincia di Prato, che arriva seconda nella prova della 10 km di nuoto in mare aperto.
Chiara Cainero di Udine, ancora con lo skeet, Elisa Di Francisca da Jesi, nel fioretto, la romana Odette Giuffridda nel Judo e la catanese Rossella Fiamingo nella spada sono le altre medaglie femminili.
Gli argenti maschili sono di Marco Innocenti e Giovanni Peliello, e provengono sempre dal tiro nella specialità
Double trap e trap.maschile.
Infine le medaglie più “brutte”, quelle di bronzo che sono decisamente molto meglio delle medaglie di legno, del tutto teoriche, che vengono assegnate idealmente per essere arrivati ad un passo dal sogno. Quindi, spesso, arrivare quarti significa avere tante recriminazioni e tirare giù lacrime su lacrime.
Per i colori azzurri i bronzi arrivano dalla squadra della pallanuoto maschile e dal canottaggio con il due senza e il quattro senza ed ancora dall’acqua grazie ai tuffi dal trampolino tre metri della bolzanina Tania Cagnotto, e alla duplice medaglia, nei 1500 e 400 stile libero maschile, di Gabriele Detti da Livorno.
Dalla Provincia di Verbano Cursio Ossola, e più precisamente da Ornassano, arriva la medaglia della ciclista su strada Elisa Longo Borghini.
L’ultima medaglia assegnata è il bronzo del naturalizzato cubano di Roma Frank Chamizo Marquez nella lotta 65 kg.
Insomma una rappresentanza, quella italiana nel medagliere olimpico, che abbraccia l’intero arco dello stivale con comunità, piccole e grandi che siano, mobilitate a tifare i propri beniamini, i quali ogni quattro anni riescono a dare lustro a realtà sportive considerate minori che, però non hanno nulla di inferiore rispetto a sport considerati più ricchi e mediatici. Per altre medaglie appuntamento alle prossime Olimpiadi del 2020 che saranno ospitate a Tokyo in Giappone. Ma prima ci sono le Paralimpiadi per gioire ancora con i colori azzurri.