Il piano di riparto proposto da Anci mantiene inalterato l’attuale criterio di distribuzione regionale estendendolo, come metodologia, su base Comunale con correttivi che metteranno al riparo i piccoli Comuni e le grandi aree metropolitane, trasferendo il modello Sprar a tutti i Comuni Italiani in modo da avere una distribuzione equa e diffusa e programmata su tutto il territorio nazionale, eliminando l’attuale situazione che vede un approccio emergenziale con grandi concentrazioni in poche aree geografiche.
Questo, secondo i comuni, sarà l’avvio di una nuova fase della gestione dell’accoglienza che, così diffusa, riuscirà a salvaguardare i territori e le comunità e a dare maggiore protezione ed integrazione alle persone che giungono nel nostro Paese.
Le iniziative di sistemazione vedono in questi giorni Milano al centro dell’attenzione, con la decisione del sindaco Giuseppe Sala di utilizzare la caserma Montello come “soluzione strutturale” escludendo così l”utilizzo dell’area del campo base di Expo.
Anche il volontariato fa sentire la sua voce, una forte critica è venuta dal presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca: “sui migranti, l’Europa è assente. Dov’è finito il piano di relocation? Al momento sono poco meno di duemila le persone trasferite a fronte delle 160 mila previste entro settembre 2017. E non c’è nessun boom degli sbarchi; si è solo creato un tappo, ai confini a Nord Italia dove si agisce come se l’Ue non esistesse già più”.