Pubblicata la nota di lettura Anci-Ifel sul decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio.
Nella nota vengono puntualmente commentate le norme d’interesse dei Comuni della legge di conversione del dl n. 113 del 2016 (approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 2 agosto e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Vengono evidenziati i contenuti innovativi della norma sui quali l’ANCI ha espresso soddisfazione, nonché gli argomenti, anch’essi di rilievo, sui quali le istanze dei Comuni non hanno trovato una risposta adeguata. Si tratta di aspetti – si legge nel documento – “che in gran parte rimangono aperti e che potranno auspicabilmente essere recepiti dalla Legge di bilancio 2017, poiché riflettono l’esigenza, che è di carattere strutturale, di pervenire ad un quadro di stabilità, finanziaria e normativa, semplificando regole e vincoli che non hanno più giustificazioni, dando soluzione ad alcuni importanti problemi applicativi della nuova contabilità e ad altrettanto rilevanti questioni concernenti debiti dello Stato verso i Comuni, che non possono essere ignorate. Il quadro completo delle richieste dell’Anci è stato pubblicato nel corso dell’esame parlamentare del decreto”.
Tra le misure che hanno avuto il via libera, il fondo da 10 milioni per avviare un piano di interventi a sostegno del grano italiano, colpito da un crollo dei prezzi; la sospensione degli aumenti delle addizionali d’imbarco, pari a 2,5 euro, per i passeggeri degli aerei e la possibilità di nuove assunzioni negli asili nido anche per i Comuni che hanno sforato il patto di stabilità interno nel 2015.
Inoltre c’è l’ampliamento delle possibilità di assunzione (limite di copertura del turn over elevato al 75%) per i Comuni fino a 10 mila abitanti che abbiano un numero di dipendenti inferiore a quello ammesso per gli Enti Locali in condizione di dissesto sulla base di un rapporto medio dipendenti /popolazione per la corrispondente fascia demografica; e, per concludere, l’abolizione della sanzione economica per violazione del Patto 2015 da parte delle Città metropolitane e degli enti di area vasta e la riduzione al 30% della sanzione per i circa 140 Comuni non hanno rispettato il patto, con ulteriore detrazione delle spese effettuate in materia di edilizia scolastica.
Nella sezione Documentazione del Giornale dei Comuni il testo completo della nota di lettura.