Le grandi multinazionali del Web si confrontano quotidianamente con un serio problema di gestione degli apparati tecnologici: come raffreddare i server risparmiando risorse. E, a tal fine, stanno escogitando soluzioni innovative e persino fantasiose. Google, ad esempio, ha deciso di sfruttare l’intelligenza artificiale per ridurre gli altissimi consumi elettrici e idrici necessari per abbassare la temperatura delle macchine che fanno funzionare il motore di ricerca e altri servizi online della compagnia, come YouTube e Gmail. L’azienda di Mountain View ha impiegato il sistema di apprendimento automatico DeepMind per gestire l’utilizzo di elettricità nei data center, riuscendo a ridurre del 40% i consumi energetici legati al raffreddamento e del 15% i consumi complessivi dei centri di calcolo. «Un passo in avanti fenomenale, che consentirà di migliorare enormemente l’efficienza energetica e ridurre le emissioni complessive di gas serra. Con tecnologie come DeepMind – annuncia la compagnia – possiamo usare l’apprendimento automatico per consumare meno energia e contribuire a rispondere a una delle sfide globali più grandi: il cambiamento climatico». Quella di Google non è l’unica operazione realizzata in tal senso. Facebook ha costruito un data center a Lulea, nel Nord della Svezia, mentre la stessa Google ne ha realizzato uno ad Hamina, in Finlandia, che per il raffreddamento sfrutta le acque del mare. Microsoft sta addirittura sperimentando la possibilità di installare i suoi server sott’acqua, in fondo al mare.