Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, d’intesa con i Comuni, per affrontare l’emergenza immigrazione, ha proposto un piano che prevede una distribuzione più equilibrata dei migranti e richiedenti asilo, con una media di due o tre per ogni mille abitanti a fronte di un incentivo economico e il via libera alle nuove assunzioni comunali. Il progetto, ancora in via di definizione, è strutturato per risolvere questioni importanti che hanno finora scatenato malumori e polemiche tra sindaci e governatori di qualsiasi colore politico.
I punti chiave del piano Alfano hanno l’obiettivo di migliorare la gestione e l’integrazione di profughi e migranti, che al momento sono quasi 136 mila, ma anche quello di sostenere i Comuni che li accolgono. Anche attraverso un allentamento del Patto di Stabilità. Lo scopo è quello di favorire una maggiore adesione alla programmazione dello Sprar, il «Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» in vigore esclusivamente su base volontaria.
Si registra infatti che alcune città sono più caricate di altre per l’elevato numero di immigrati da ospitare, tanto da spingere il presidente Anci ed ex primo cittadino di Torino Piero Fassino a ribadire che «finora l’immigrazione è stata governata bene, ma i numeri stanno superando la soglia governabile. Se non lo vediamo per tempo questo problema rischia di travolgerci». Ma il nuovo piano fissa dei paletti insormontabili: non più di due o tre persone ogni mille residenti. Alfano, in collaborazione con l’Anci, cercherà dei correttivi per le grandi città. In modo da attenuare i numeri delle metropoli e puntare sui piccoli centri più desertificati.
I Comuni che aderiranno allo Sprar, attualmente sono 800, saranno premiati con la deroga al divieto di assunzioni. Potranno cioè procedere a reclutare nuovo personale, tra i cittadini italiani, da impiegare nei progetti di assistenza e integrazione dei migranti e richiedenti asilo. In questo modo si potrà attribuire maggiore consistenza al sistema pubblico. L’incentivo prevede una revisione della Legge di Stabilità e costituisce uno degli aspetti più determinanti, seppur spinosi, del prospetto al vaglio del ministro Alfano e dell’Anci.
Tra gli altri sostegni di carattere economico per le casse comunali, c’è la possibilità di finanziare, con 50 centesimi a migrante, attraverso una quota che verrà detratta dai 2,50 euro attualmente previsti quotidianamente per le piccole spese – il cosiddetto pocket money o argent de poche – dei profughi. Finora ai Comuni che partecipano allo Sprar non vengono elargite somme per spese generali a fondo perduto, ma solo quelle relative alle spese sostenute per il progetto di accoglienza di strutture ad hoc o appartamenti, che devono essere rendicontate e documentate minuziosamente proprio a garanzia del rispetto della legge.