Cittadini salassati per sostenere i costi delle abitazioni. Acqua, elettricità e combustibili, negli ultimi 10 anni sono aumentati del 34,5%. Al contrario, per le comunicazioni, si registra una riduzione del 28,1%. Dalle tabelle dell’Istat, contenute nell’annuario statistico 2015, emerge che dal 2005 al 2014 l’indice dei prezzi al consumo (Ipca) ha registrato un incremento del 19,3%. In vista dei saldi si segnala che per abbigliamento e calzature i prezzi sono cresciuti del 6,7%, ed escludendo le comunicazioni, rappresentano il settore che ha registrato l’incremento minore. A breve distanza si trova la voce ‘ricreazione, spettacoli e cultura’ che segna un +6,9%. Tra gli aumenti più rilevanti si segnala invece la spesa per trasporti, che è aumentata del 30%, mentre l’indice delle bevande alcoliche e del tabacco segna un +34,3%. Tra le altre categorie nelle quali è ripartita la spesa si segnalano: prodotti alimentari e bevande analcoliche (+20,7%); mobili, articoli e servizi per la casa (+16,5%); servizi sanitari e spese per la salute (+21,4%); istruzione (+22,7%); alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+17,3%); altri beni e servizi (+22,5%). Osservando l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo nell’Europa a 18 si osserva che i dati dell’Italia si avvicinano alla media Ue. L’incremento generale registrato nel decennio è stato del 17,8%, quindi con una differenza di 1,5 punti rispetto al 19,3% del Belpaese. Passando ai singoli settori presi in esame si osserva che l’incremento della voce ‘abitazione, acqua, elettricità e combustibile’ è stato leggermente più contenuto (+30%), mentre la riduzione della spesa per comunicazioni è stata meno marcata (-18,7%). Anche nel resto d’Europa i prezzi al consumo per abbigliamento e calzature hanno registrato una crescita contenuta (+6,2%); l’incremento più marcato riguarda invece la voce ‘bevande alcoliche e tabacco’ (+36,7%). In forte crescita anche la spesa per trasporti che segna un +23,7%. Tra le altre voci vengono registrate le seguenti variazioni: prodotti alimentari e bevande analcoliche (+20,1%); mobili, articoli e servizi per la casa (+10,8%); servizi sanitari e spese per la salute (+12,9%); istruzione (+26,4%); alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+21,6%); altri beni e servizi (+19,5%).