Nel 2023 le imprese a controllo estero attive in Italia rappresentano appena lo 0,4% del totale, ma incidono in modo decisivo sull’economia nazionale: danno lavoro a quasi il 10% degli addetti, generano il 21% del fatturato e il 17,5% del valore aggiunto complessivo dell’industria e dei servizi. Rilevante anche il loro contributo agli scambi internazionali: sono responsabili di oltre un terzo dell’export di merci (35,8%) e di circa la metà delle importazioni (49,7%).
Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel 2023 sono attive in Italia 18.825 imprese a controllo estero (+2,1% rispetto al 2022) che impiegano oltre 1,8 milioni di persone. Il fatturato complessivo sfiora 887 miliardi di euro, mentre la spesa in ricerca e sviluppo supera i 6 miliardi, pari al 38,3% della spesa privata nazionale in R&S.
A trainare è il settore dei servizi, dove opera il 71,7% delle controllate estere, mentre la presenza industriale si riduce pur restando significativa. I gruppi esteri provengono da 106 Paesi, in prevalenza dall’Unione europea (57,3%), seguiti da Nord America e altri Paesi europei. Stati Uniti, Francia e Germania restano i principali Paesi d’origine.
Sul fronte opposto, le multinazionali italiane consolidano la loro rete di presenza in 171 Paesi con 25.273 imprese controllate all’estero, per un totale di 1,7 milioni di addetti e 560 miliardi di fatturato. La vocazione resta industriale: oltre la metà della forza lavoro e del giro d’affari si concentra nei settori manifatturieri, in particolare farmaceutico, trasporti e attività tecnico-scientifiche.
Per tre imprese italiane su quattro, la principale motivazione alla base dei nuovi investimenti all’estero è l’accesso a nuovi mercati, seguita dallo sviluppo di nuovi prodotti e dall’acquisizione di competenze specializzate.
I dati Istat mostrano infine che le multinazionali estere in Italia non solo portano capitali e occupazione, ma anche conoscenze: più di un terzo delle imprese industriali riceve trasferimenti tecnologici dai gruppi di appartenenza, mentre oltre un quarto contribuisce a sua volta a diffondere innovazione verso le sedi centrali o altre affiliate nel mondo.
Fonte: Istat