Nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli ha presentato l’aggiornamento del quadro macroeconomico nazionale e un’analisi delle misure contenute nel disegno di legge di bilancio per il triennio 2026-2028.
Il documento, trasmesso alle Camere lo scorso 22 ottobre, prevede interventi per 18,7 miliardi nel 2026 – pari a meno di un punto di Pil – finanziati in sostanziale pareggio. Gran parte delle risorse deriva da fonti temporanee, come la rimodulazione del PNRR (5 miliardi nel 2026) e il contributo straordinario di banche e assicurazioni, che scenderà da oltre 4 miliardi nel 2026 a meno di 1,5 miliardi nel 2028. Negli anni successivi la manovra sarà sostenuta da nuovo deficit per circa 6 miliardi l’anno.
Le principali misure riguardano la riduzione dal 35% al 33% dell’aliquota Irpef sui redditi tra 28mila e 50mila euro, la detassazione di premi e straordinari e nuovi incentivi all’assunzione di madri lavoratrici. Previsti inoltre un “bonus mamme” di 60 euro mensili per circa 865mila lavoratrici, la revisione dei criteri ISEE – che allarga le soglie di esclusione della prima casa – e il rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per 2,4 miliardi.
Sul versante delle imprese sono previsti il credito d’imposta per investimenti nelle Zone Economiche Speciali (2,3 miliardi) e un fondo per la sicurezza del territorio e la gestione delle emergenze (circa 750 milioni).
L’Istat ha simulato gli effetti distributivi delle misure fiscali: la riduzione dell’aliquota Irpef favorirà soprattutto i redditi medio-alti, mentre il nuovo bonus per le madri avrà un impatto maggiore sui nuclei delle fasce centrali di reddito. Le modifiche all’Isee, invece, produrranno vantaggi più consistenti per le famiglie con figli e casa di proprietà, in particolare nei redditi medio-bassi.
Nel quadro congiunturale, l’Istituto conferma la debolezza della crescita: il Pil italiano nel terzo trimestre 2025 è rimasto stabile, con un incremento tendenziale dello 0,4%. L’occupazione è in lieve aumento, mentre l’inflazione è scesa all’1,2%.
Chelli ha inoltre richiamato l’attenzione sui divari territoriali e sulle difficoltà di accesso ai servizi sanitari: quasi 10% della popolazione ha rinunciato nel 2024 a visite o accertamenti, soprattutto per le lunghe liste d’attesa.
L’audizione si inserisce nell’esame parlamentare della legge di bilancio, che dovrà essere approvata entro fine anno per entrare in vigore il 1° gennaio 2026.
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