Il Centro Economia Digitale (Ced) ha presentato al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti e dei vertici delle maggiori aziende, il Rapporto Strategico “High-Tech Economy. Il nuovo ciclo competitivo globale“. L’analisi lancia un monito: la velocità di adozione delle tecnologie è la chiave del vantaggio competitivo, un fattore che conta “quanto o più della velocità di scoperta”.
Rosario Cerra, presidente del Ced, ha chiarito che il focus non è solo sulle invenzioni, ma sulla capacità di integrare rapidamente ed efficacemente le innovazioni nell’economia reale. Il “time-to-adoption” diventa così la nuova metrica del potere economico.
Un nuovo ciclo competitivo globale
Il Ced avverte che l’economia mondiale sta entrando in un nuovo ciclo innescato dalla convergenza di tecnologie di frontiera: dall’intelligenza artificiale generativa ai sistemi quantistici, dalle biotecnologie avanzate all’automazione intelligente.
Il Rapporto definisce l’economia high-tech non come un settore, ma come un paradigma trasversale di adozione efficace. Ciò che conta è integrare queste tecnologie su larga scala per generare una crescita sostenibile e resiliente. L’Italia, in particolare, non può permettersi il lusso di aspettare, poiché il ritardo amplifica i costi e rischia di espellere il Paese dai circuiti della competitività globale.
I dati che spingono all’azione
I dati econometrici presentati smentiscono l’idea che l’innovazione crei meno lavoro, dimostrando al contrario un potente effetto moltiplicatore in termini di PIL e occupazione:
- PIL: in Europa, ogni dollaro di valore aggiunto generato nei comparti high-tech attiva in tre anni una media di 3,90 di PIL, contro 1,28 nei comparti a bassa tecnologia.
- Occupazione: i comparti ad alta tecnologia generano occupazione netta e più qualificata (+161 mila posti medi in tre anni nell’UE), superando ampiamente i settori a bassa tecnologia.
Nonostante l’Europa abbia perso quote nella produzione globale ad alta intensità tecnologica, l’Italia mostra una traiettoria positiva: l’export high-tech sul PIL è in crescita, ma è cruciale che la diffusione tecnologica esca dalle “isole di eccellenza” per diventare un sistema.
La strategia: stimolare la domanda
Il Ced invita a un cambio di rotta nelle politiche, passando dal semplice sostegno alla ricerca (technology-push) alla stimolazione della domanda (demand-pull) di innovazione.
La strategia proposta si basa su:
- incentivi all’adozione e fiscalità pro-innovazione;
- appalti innovativi e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione;
- creazione di un ambiente pro-investimento in Italia (infrastrutture, capitale umano, corsie autorizzative rapide e certezza regolatoria).
Il messaggio è perentorio: “o l’Italia accelera la transizione verso la high-tech economy, oppure si rassegna a un sentiero di crescita anemica e di dipendenza tecnologica”.