L’analisi del 10° Rating Foodinsider evidenzia una crescita strutturale del biologico e una maggiore attenzione a legumi e cereali, ma permane un divario tra Nord e Sud e un problema “invisibile” di spreco alimentare.
Italia a due velocità, ma il biologico cresce
L’Italia delle mense scolastiche si conferma a due velocità: accanto a realtà all’avanguardia nell’innovazione di menù e pratiche, persistono modelli più standardizzati, con marcate differenze territoriali che vedono spesso il Nord più virtuoso del Sud.
Nonostante ciò, il quadro è in movimento: l’uso del biologico è in crescita strutturale, con quasi la metà dei menù che propone oltre 22 prodotti bio a settimana, mentre calano al 5% quelli con meno di 9. Questo è quanto emerge dal 10° Rating dei menù scolastici di Foodinsider, presentato alla Camera dei Deputati.
Sprechi “invisibili” e piatti più sani
Il dato più urgente riguarda lo spreco alimentare: solo una mensa su tre misura sistematicamente gli scarti, rendendo il food waste un problema in gran parte invisibile e non gestito.
Nel piatto, tuttavia, la transizione ecologica e salutare si fa sentire:
- I legumi compaiono una o più volte a settimana nel 94% dei menù.
- Aumenta la varietà dei cereali (a Cremona se ne contano fino a otto) e cresce l’uso degli integrali.
- Si registra una riduzione della carne rossa, pur con differenze locali, e un primo segnale di inversione nell’uso di prodotti processati.
Questi cambiamenti avvicinano le diete scolastiche a modelli più sani e sostenibili.
Filiere locali e la classifica dei migliori
Sul fronte delle filiere locali, i segnali sono misti: il 40% dei Comuni offre pochi o nessun prodotto del territorio, ma è in aumento il numero di amministrazioni che inseriscono stabilmente più di dieci prodotti locali a settimana.
La classifica dei menù scolastici vede sul podio:
- Parma
- Cremona
- Fano
Un risultato che premia non solo la qualità nutrizionale, ma anche l’attenzione all’ambiente e la valorizzazione delle filiere corte.
Le chiavi per la qualità
Secondo Claudia Paltrinieri, presidente di Foodinsider, ”dopo dieci anni di indagine possiamo dirlo con certezza: le leve per garantire qualità e sostenibilità delle mense sono alla portata di tutti: misurare gli scarti, valorizzare le cucine di quartiere e le competenze di chi lavora in mensa e applicare fino in fondo la legge dei Criteri Ambientali Minimi che sta guidando la ristorazione scolastica nella transizione ecologica”.
Francesca Rocchi, vicepresidente di Foodinsider, sottolinea l’importanza di superare il rifiuto di cibi essenziali, come i legumi, considerando i bambini come “onnivori diffidenti”. La soluzione sta nell’uso di ”assaggi guidati, ricette buone e familiari, storie degli ingredienti e tempo per imparare nuovi sapori” per trasformare la naturale diffidenza in curiosità e piacere.