Profughi contro lo spopolamento dei Comuni montani. Il modello Riace – quello per cui il Sindaco calabrese Domenico Lucano è stato nominato da Fortune tra gli uomini più influenti del mondo – fa scuola e potrebbe essere esportato in Toscana. Per studiarlo da vicino, il governatore Enrico Rossi è andato proprio a Riace, Reggio Calabria, accompagnato dal presidente dell’Anci Toscana e Sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e dai Sindaci di Fabbriche di Vergemoli, Roccastrada, Talla, tre dei Comuni toscani che si sono dimostrati più virtuosi nell’accogliere i migranti. «Questa visita – ha detto Rossi – ci dà lo stimolo a sperimentare in Toscana qualcosa di analogo, per dare aiuto al ripopolamento di alcuni Comuni, soprattutto quelli dell’Appennino. Ma anche per offrire ai migranti, quelli già riconosciuti come rifugiati o comunque in possesso di un permesso umanitario e quindi regolarizzati per un periodo di tempo lungo, la possibilità di insediarsi, formarsi, lavorare». Secondo Rossi, quella dei migranti potrebbe essere «una presenza che può riattivare borghi e paesi sia in termini di attività commerciali, ma anche di servizi, penso soprattutto alle scuole». Proprio come è accaduto a Riace. In questo piccolo Comune del Pollino vivevano solo 400 persone, moltissimi anziani. La comunità si spegneva giorno dopo giorno. Poi sono arrivati i profughi. E pian piano il Comune è risorto: hanno riaperto laboratori di ceramica, negozi, bar, panetterie e persino la scuola elementare. Questa esperienza potrebbe essere replicata con successo in Garfagnana, sull’Appennino tosco-emiliano, in Casentino e in Maremma.