Berlino, ex capitale imperiale e da oltre un ventennio della grande Germania unificata, è una metropoli sempre più innovativa e cool, secondo un lessico trendy. Se la batte con Londra per essere all’avanguardia nella ricerca scientifica, nell’industria dei divertimenti, nella tutela dell’ambiente e nella produzione culturale. In altre parole, per essere “smart” a tutti gli effetti. Non a caso, è divenuta meta privilegiata dei giovani talenti, quasi alla pari con la capitale britannica, attirati dai molteplici eventi artistici, dai prezzi bassi degli alloggi e soprattutto dalla facilità di trovare un impiego. Parecchi ricercatori italiani vi si sono trasferiti. Il fenomeno lo descrive puntualmente Matteo Pardo, dal 2011 addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia nella capitale tedesca, in una intervista rilascia all’agenzia Askanews che riportiamo volentieri.
“Berlino ha grandi centri di ricerca, tre grandi Università, tutti i principali enti di ricerca tedeschi hanno una o più sedi a Berlino – conferma Pardo – Poi Berlino è un attrattore per le start up, sta scalzando Londra come primo centro europeo per le start up come qualità di finanziamenti, almeno stando a quanto afferma il Senato della città. Sta diventando sempre di più un posto importante in Europa e lo sta diventando anche per gli italiani”.
Nell’ultimo decennio la Germania ha intensificato notevolmente i rapporti industriali con i suoi vicini dell’ex blocco sovietico. Questo ha avuto ripercussioni negative sulla cooperazione scientifica con l’Italia o i rapporti con l’Europa mediterranea sono stati mantenuti?
”Il rapporto con l’Europa mediterranea c’è, anche perché i nostri sistemi manifatturieri si compenetrano, quindi noi siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa dopo la Germania, siamo fornitori di molte loro grandi aziende, quindi l’interscambio è molto grande. La Germania – continua Pardo – è il primo mercato per l’Italia e per la ricerca vale la stessa cosa. Certo, la Germania ha tradizionalmente rapporti più forti con la Francia, anche nel settore scientifico, ha rapporti molto forti con il Regno Unito, ma ha anche ottimi rapporti con noi. E’ chiaro però che anche l’Europa dell’Est guarda con molto interesse alla Germania”.
In quali settori è più forte la cooperazione tra Italia e Germania?
”La Germania ha l’ambizione di essere un polo di attrazione in tutti i settori della ricerca, come d’altronde l’Italia, quindi gruppi di ricerca e collaborazioni si trovano in tutti i settori. Noi tradizionalmente siamo più forti nella fisica e quindi in questo settore c’è molta collaborazione. Poi si registra una forte cooperazione nella robotica, nelle scienze biomediche, nelle grandi infrastrutture di ricerca. Ho organizzato in ambasciata – rivela il nostro addetto scientifico – un workshop sulle grandi infrastrutture di ricerca in campo biomedico e in tutte le infrastrutture di ricerca si trovano componenti tedesche e componenti italiane. Poi c’è collaborazione nelle geoscienze, in particolare sulla sismica e la protezione del territorio. Insomma, la collaborazione è buona in qualunque settore'”.