Secondo il IV Rapporto “Agromafie” di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare, i settori più colpiti dalle frodi risultano essere la ristorazione, la carne, le farine (pane e pasta). E’ una lunga lista quella stilata dai Nas con conseguenti sequestri merceologici. Solo nel 2015, infatti, i Nuclei antisofisticazione dei carabinieri hanno chiuso 1.035 strutture operanti nel sistema agroalimentare e sequestrato 25,2 milioni di prodotti adulterati, contraffatti o senza le adeguate garanzie qualitative e sanitarie. Moltissimi i prodotti requisiti: dal finto olio extravergine italiano alla mozzarella dalle dubbie cagliate, dal pane al carbone vegetale alle conserve di pomodoro cinese.
Secondo un’analisi della Coldiretti, quasi metà della spesa che normalmente effettuiamo è mancante d’informazioni dettagliate a causa della contraddittoria normativa comunitaria che pone come obbligo quello di indicare la provenienza sulle etichette della carne bovina ma non, ad esempio, sui prosciutti. Informazioni sull’ortofrutta e le uova, ma non per i formaggi, etichette congrue per il miele e non altrettanto per il latte. Il risultato delle frodi sul finto Made in Italy riguarda così due prosciutti su tre (venduti come italiani, ma in realtà provenienti da suini allevati all’estero). E la medesima cosa vale anche per il latte a lunga conservazione dove tre cartoni su quattro sono stranieri, senza che venga riportata sulla confezione alcuna indicazione a riguardo.
E come la mettiamo con i pomodori italiani prodotti in Belgio?Riguardo alla possibilità di coltivare i pomodori San Marzano fuori dell’area geografica campana, prevista dal disciplinare di produzione approvato dall’Ue, il fatto rappresenta una vera e propria privazione di identità al Made in Italy, colpito da recenti ipotesi e provvedimenti comunitari che hanno interessato un ampio spettro di prodotti base della dieta mediterranea, andando dagli ortaggi ai vini, fino ad arrivare all’olio.