Per garantire una crescita sostenibile nell’UE dobbiamo usare le risorse a nostra disposizione in un modo più intelligente e sostenibile. È chiaro che il modello lineare di crescita economica seguito nel passato non è più adatto alle esigenze delle società moderne in un mondo globalizzato. Non possiamo costruire il nostro futuro su un modello “usa-e-getta”. Molte risorse naturali non sono infinite: dobbiamo trovare un modo di utilizzarle che sia sostenibile sotto il profilo ambientale ed economico, e rientra anche nell’interesse economico delle imprese fare il miglior uso possibile delle loro risorse.
In un’economia circolare il valore dei prodotti e dei materiali si mantiene il più a lungo possibile; i rifiuti e l’uso delle risorse sono minimizzati e le risorse mantenute nell’economia quando un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo vitale, al fine di riutilizzarlo più volte e creare ulteriore valore. Questo modello può creare posti di lavoro sicuri in Europa, promuovere innovazioni che conferiscano un vantaggio competitivo e un livello di protezione per le persone e l’ambiente di cui l’Europa sia fiera, offrendo nel contempo ai consumatori prodotti più durevoli e innovativi in grado di generare risparmi e migliorare la qualità della vita.
La Commissione Europea ha adottato il 2 dicembre 2015 la Comunicazione “L’anello mancante: un piano d’azione europeo per l’economia circolare”. Si tratta di un articolato pacchetto di misure che comprende la revisione di alcune proposte legislative sui rifiuti, nonché un piano d’azione generale.
Le modifiche legislative riguardano: la Direttiva 1999/31 EC (discariche di rifiuti), la Direttiva 94/62 EC (imballaggi e rifiuti di imballaggio), il Gruppo di direttive 2003/53 EC sui veicoli fuori uso, 2006/66 EC relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori, 2012/19 EC sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché la Direttiva 2008/98 EC (direttiva quadro rifiuti).
Il piano d’azione sull’economia circolare integra tali proposte stabilendo misure che fungono da “anello mancante” nell’economia circolare e affrontano tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla produzione al consumo, fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. Il piano d’azione include anche un certo numero di interventi volti al superamento delle barriere del mercato in specifici settori, come la plastica, i rifiuti alimentari, le materie prime critiche, la costruzione e la demolizione, le biomasse e i bioprodotti.
In questo contesto svolgeranno un ruolo cruciale strumenti trasversali quali l’eco-innovazione, gli appalti pubblici verdi e gli strumenti europei di finanziamento e di investimento.
Per agevolare il passaggio a un’economia più circolare la Commissione ha presentato un pacchetto di misure che comprende alcune proposte legislative riviste sui rifiuti nonché un piano d’azione globale che definisce un mandato concreto per la durata in carica di questa Commissione. Le proposte sui rifiuti presentano una visione chiara e ambiziosa di lungo termine per aumentare il riciclaggio e ridurre il collocamento in discarica, proponendo nel contempo misure concrete per abbattere gli ostacoli che si frappongono al miglioramento della gestione dei rifiuti, tenendo conto delle diverse situazioni degli Stati membri.
Il piano d’azione sull’economia circolare integra tale proposta stabilendo misure che fungono da anello mancante nell’economia circolare e affrontare tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla produzione e il consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. Il piano d’azione include anche un certo numero di azioni mirate alle barriere del mercato in specifici settori o flussi di materiali, come la plastica, gli sprechi alimentari, le materie prime essenziali, la costruzione e la demolizione, la biomassa e i bioprodotti nonché misure orizzontali in settori come l’innovazione e gli investimenti.
Obiettivo del piano è intervenire su questioni in cui l’azione a livello dell’Unione genera un valore aggiunto reale e può fare davvero la differenza.
– In che modo la transizione verso un’economia circolare riduce i costi e crea lavoro?
La prevenzione dei rifiuti, la progettazione ecocompatibile, il riutilizzo e misure analoghe possono generare risparmi netti per le imprese europee pari a 600 miliardi di euro, ossia l’8% del fatturato annuo, riducendo nel contempo l’emissione di gas a effetto serra del 2-4%. Nei settori del riutilizzo, della rigenerazione e della riparazione, a titolo di esempio, il costo per rigenerare i telefoni cellulari potrebbe essere dimezzato se fosse più facile smontarli. Se il 95% dei telefoni cellulari fosse raccolto si potrebbero generare risparmi sui costi dei materiali di fabbricazione pari a oltre 1 miliardo di euro.
Il passaggio dal riciclaggio alla rimessa a nuovo dei veicoli commerciali leggeri, i cui i tassi di raccolta sono già elevati, potrebbe far risparmiare materiali per oltre 6,4 miliardi di euro l’anno (circa il 15% del bilancio per i materiali) e 140 milioni in costi energetici, riducendo inoltre le emissioni di gas a effetto serra di 6,3 milioni di tonnellate.
– Quali misure sono previste in fase di produzione?
Una migliore progettazione del prodotto è fondamentale per facilitare il riciclaggio e consentire la fabbricazione di prodotti più facili da riparare o più durevoli, risparmiando così risorse preziose, promuovendo l’innovazione e offrendo ai consumatori prodotti migliori e meno costosi da usare. Nel contempo gli attuali segnali del mercato non sempre sono sufficienti affinché questo si verifichi, per cui è necessario prevedere incentivi.
La Commissione intende:
• sostenere la riparabilità, la durabilità e la riciclabilità mediante le specifiche di prodotto nell’ambito dei futuri piani di lavoro per attuare la direttiva sulla progettazione ecocompatibile, tenuto conto dei requisiti specifici di ciascun prodotto;
• preparare un programma di test indipendenti nell’ambito di Orizzonte 2020 per contribuire a identificare le questioni connesse alla potenziale obsolescenza programmata;
• proporre requisiti intesi a semplificare lo smontaggio, il riutilizzo e il riciclaggio degli schermi elettronici;
• proporre di differenziare i contributi finanziari versati dai produttori nell’ambito di un regime di responsabilità estesa del produttore basato sui costi del fine vita dei loro prodotti. Tale disposizione nell’ambito della proposta legislativa rivista sui rifiuti funge da incentivo economico a progettare prodotti più facili da riciclare o riutilizzare;
• esaminare opzioni per un quadro di riferimento più coerente per i diversi filoni di attività sulle politiche di prodotto unionali di settore e il relativo contributo all’economia circolare;
• prevedere requisiti proporzionati in materia di disponibilità delle informazioni sulla riparabilità e dei pezzi di ricambio nelle proprie attività sulla progettazione ecocompatibile;
• proporre ricompense per la promozione di determinate attività di preparazione per il riutilizzo a livello nazionale nella proposta rivista sui rifiuti;
• lavorare per una migliore applicazione delle garanzie sui prodotti materiali ed esaminare le possibilità di miglioramento nonché affrontare le false etichette verdi;
• agire nell’ambito degli appalti verdi (GPP), ponendo l’accento sugli aspetti relativi all’economia circolare nei criteri nuovi o rivisti, a sostegno di una più ampia diffusione dei GPP e fungendo da esempio tramite gli appalti della Commissione e i fondi dell’UE.
– Le proposte della Commissione per il processo produttivo
I processi produttivi possono essere migliorati per usare le risorse in modo più efficiente e produrre meno rifiuti. Questo può creare opportunità commerciali e promuovere l’innovazione, preservando nel contempo il nostro ambiente.
La Commissione intende:
• inserire nei documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BREF) orientamenti sulle migliori prassi di gestione dei rifiuti e di efficienza delle risorse nei settori industriali;
• pubblicare orientamenti e promuovere le migliori prassi in materia di rifiuti estrattivi per migliorare il recupero di materie prime;
• chiarire le norme relative ai sottoprodotti nella proposta rivista sui rifiuti al fine di agevolare la simbiosi industriale e creare pari condizioni nell’UE.
• L’approvvigionamento responsabile delle materie prime primarie
La produzione sostenibile di materie prime riveste importanza fondamentale, sia in Europa che nel mondo. Oltre all’azione regolamentare già intrapresa dalla Commissione, ossia sui disboscamenti illegali, l’estrazione di minerali in zone di conflitto o sulla trasparenza delle imprese in merito ai pagamenti effettuati ai governi da parte delle industrie estrattive e forestali, continueremo a promuovere l’approvvigionamento sostenibile nei dialoghi politici e nei partenariati con i paesi non UE e attraverso la politica commerciale e del sostegno allo sviluppo dell’UE. L’industria svolge inoltre un ruolo di primo piano nell’assunzione di impegni nel senso dell’approvvigionamento sostenibile e della cooperazione fra le catene di valore.
– Cosa si sta facendo per promuovere la riparabilità dei prodotti e lottare contro l’obsolescenza programmata?
La Commissione adotterà iniziative in alcuni settori per promuovere prodotti più riparabili:
• il futuro lavoro sulle misure, nuove o riviste, di attuazione in materia di progettazione ecocompatibile terrà conto sistematicamente della riparabilità dei prodotti (dal 2016);
• la richiesta normazione sull’efficienza dei materiali nell’ambito della progettazione ecocompatibile comprende lavori sulle norme intese a facilitare la riparazione (entro il 2019);
• la Commissione esplorerà anche la possibilità di requisiti orizzontali in materia di comunicazione di informazioni sulla riparazione nell’ambito della direttiva sulla progettazione ecocompatibile;
• la Commissione preparerà inoltre un programma indipendente di test in merito a questioni connesse alle eventuali prassi di obsolescenza programmata.
– Le misure previste per la gestione dei rifiuti
Attualmente l’Europa perde circa 600 milioni di tonnellate l’anno di materiali contenuti nei rifiuti che potrebbero essere potenzialmente riciclati o riutilizzati. Solo circa il 40% dei rifiuti generati dalle famiglie nell’UE è riciclato, con tassi di riciclaggio che vanno dal 5% fino all’80%, a seconda delle zone. In una prospettiva di maggiore efficienza delle risorse, la trasformazione dei rifiuti in risorse è un elemento decisivo per realizzare un’economia più circolare.
La Commissione intende:
• fissare l’obiettivo comune UE di riciclare il 65% dei rifiuti urbani entro il 2030;
• fissare l’obiettivo comune UE di riciclare il 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030;
• fissare un obiettivo vincolante di collocamento in discarica per ridurre tale pratica al massimo al 10% di tutti i rifiuti entro il 2030;
• rafforzare la collaborazione con gli Stati membri per migliorare concretamente la gestione dei rifiuti;
• semplificare e migliorare le definizioni della terminologia relativa ai rifiuti e armonizzare i metodi di calcolo;
• garantire che i fondi strutturali siano usati per sostenere gli obiettivi della legislazione unionale sui rifiuti tenendo presente la gerarchia UE dei rifiuti (che fissa un ordine di priorità in base ai migliori risultati ambientali: dalla prevenzione allo smaltimento mediante collocamento in discarica, passando per la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero energetico);
• proporre criteri minimi relativi a un regime di responsabilità estesa del produttore, che preveda di ricompensare i produttori che commercializzano prodotti più verdi e ne incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita.
• Cosa succederà con i criteri di cessazione della qualifica di rifiuto?
La Commissione modificherà la legislazione per consentire ai materiali riciclati di essere riclassificati come “non rifiuti” qualora soddisfino un insieme di condizioni generali, uguali in tutta l’UE. Questa modifica mira a semplificare il quadro di riferimento legislativo per gli operatori del settore del riciclaggio e garantire condizioni eque. Restano in vigore i criteri già vigenti a livello unionale in merito alla cessazione di qualifica di rifiuto (per es. per il vetro o i rottami di rame).
• La proposta legislativa disciplina solo i rifiuti urbani. Cosa si fa per gli altri rifiuti?
La proposta rivista sui rifiuti include anche obiettivi di riciclaggio più ambiziosi per i materiali di imballaggio, che rafforzeranno gli obiettivi in materia di rifiuti urbani. Per i rifiuti industriali l’approccio legislativo non appare idoneo a causa della diversità di questo flusso. Un approccio orientato all’industria che utilizzano i documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BREF) per affrontare le questioni specifiche connesse alla gestione di un dato tipo di rifiuti rappresenta una soluzione più adatta. Inoltre i rifiuti di imballaggio industriali e commerciali sono disciplinati dalle direttive 94/62/CE e 2008/98/CE.
– Cosa farà la Commissione per fermare le spedizioni illegali di rifiuti verso paesi non UE?
Il regolamento dell’UE relativo alle spedizioni di rifiuti, di recente rafforzato, conferisce maggiori poteri agli ispettori. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a stabilire piani di ispezione entro gennaio 2017 per determinare il numero minimo di ispezioni da svolgere. La Commissione collabora con la rete degli ispettori ambientali, con INTERPOL ed Europol. Sono inoltre in corso ulteriori iniziative relative a specifici flussi di rifiuti, quali i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori uso.
– Cosa fa la Commissione per promuovere la conversione dei rifiuti in risorse (materie prime secondarie)?
Oggi nell’UE le materie prime secondarie rappresentano solo una modesta proporzione dei materiali usati nella produzione. Esistono importanti ostacoli alla loro utilizzazione nell’economia, per esempio l’incertezza della loro composizione. Sono necessarie norme per costruire la fiducia.
La Commissione intende:
• avviare lavori mirati a sviluppare norme sulla qualità delle materie prime secondarie ove opportuno, in particolare per la plastica;
• adottare misure per facilitare il trasporto legale di rifiuti fra gli Stati membri adottando nel contempo ulteriori misure per ridurre il numero di spedizioni illegali;
• rivedere il regolamento UE sui fertilizzanti per facilitare il riconoscimento dei fertilizzanti biologici e basati sui rifiuti, sviluppando così un mercato di dimensioni unionali;
• intraprendere azioni volte a facilitare il riutilizzo dell’acqua, fra cui una proposta legislativa sui requisiti minimi relativi alle acque riutilizzate, per esempio per l’irrigazione e il ravvenamento delle acque sotterranee;
• elaborare analisi e proporre opzioni sull’interfaccia fra le legislazioni in materia di sostanze chimiche, prodotti e rifiuti, comprese le modalità per migliorare la tracciabilità delle sostanze chimiche preoccupanti nei prodotti. Questo contribuirà a far sì che l’industria possa approvvigionarsi in modo stabile in materie prime mediante i materiali riciclati.