Che ne sarà della democrazia in un mondo di diseguali? Al di là dei teoremi ideologici, la domanda è fondata, giacchè i processi materiali confermano che le disuguaglianze si acuiscono a livello planetario, ingenerando conflitti e turbolenze sempre più ingovernabili. Dovremo così rassegnarci ad archiviare definitivamente le parole d’ordine esaltanti della Rivoluzione francese “Libertè, Fraternitè, Egalitè”? Tutta colpa della globalizzazione che, travolgendo barriere e vincoli, ha messo in circolazione emarginazione e nuove sofferenze, piuttosto che benessere diffuso?
In attesa di qualche risposta credibile e sensata che ci faccia capire se la democrazia è ormai un ferrovecchio d’altri tempi, un’utopia scolorata e priva di realismo, torniamo ai dati concreti. Secondo il nuovo rapporto di Oxfam – ‘Un’economia per il 99%’ – diffuso alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, otto super miliardari detengono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) di metà della popolazione più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone. Ciò significa che la forbice tra ricchi e poveri si sta estremizzando oltre ogni ragionevole giustificazione e che multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare le disuguaglianza, facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica. È necessario un profondo ripensamento – secondo Oxfam – dell’attuale sistema economico che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.
Del resto, le cose non vanno meglio in Italia: nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% della popolazione in povertà estrema. Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera dei cittadini.