Giorno di classifiche, oggi, per gli enti locali. Dopo quella del Sole 24Ore sulla qualità della vita, è l’Istat a fornire la graduatoria delle città più benestanti del Belpaese nei Conti economici territoriali. Milano risulta in testa in termini di valore aggiunto per abitante prodotto nel 2014 (circa 45mila euro), seguita da Bolzano (36mila) e Bologna (34mila). Invece, Medio Campidano, Agrigento, Barletta-Andria-Trani, Cosenza, Vibo Valentia e Siracusa, con circa 13mila euro per abitante, contro 23,9mila euro della media nazionale, sono le più povere. Sempre il solito Sud, si sarebbe tentati di dire. Del resto, il divario economico fra i due pezzi della Penisola è un dato di fatto, non un trito luogo comune. L’Istat certifica che il Pil pro capite nel Mezzogiorno è di 17.800 euro, più basso del 44,2% rispetto a quello del Centro-Nord (nel 2014 era al 44,5%). Dunque, un differenziale negativo “molto ampio”, ma lievemente in riduzione. Quanto alle altre aree del Paese, il Pil per abitante risulta pari a 33.400 euro nel Nord-ovest, a 32.300 euro nel Nord-est e a 29.300 euro nel Centro.
Secondo l’Istat, dal punto di vista dell’importanza dei segmenti produttivi, il contributo maggiore in termini assoluti è fornito quasi ovunque dal settore dei Servizi alle imprese, finanziari e immobiliari (che a livello nazionale pesa per il 29%), con circa 18mila euro per abitante a Milano e circa 11mila a Roma. Anche l’apporto dei Servizi del commercio, di ristorazione e dei trasporti e telecomunicazioni è più elevato per la provincia di Milano (13mila euro per abitante). Seguono Bolzano con 10mila euro e Bologna e Genova con 9mila euro. Per quanto concerne i Servizi pubblici e gli altri Servizi privati alle famiglie, le province con i maggiori contributi sono Bolzano, Aosta, Roma, Trieste e La Spezia (8mila). Il contributo dell’Industria è rilevante in molte province del Nord-est, in particolare in quelle di Modena (11mila euro), Vicenza (10mila euro) e Parma, Reggio nell’Emilia, Bergamo e Lecco (9mila).
Il valore aggiunto pro capite derivante dal settore delle Costruzioni è in calo e non supera i 2mila euro in tutte le province italiane. Infine, l’Agricoltura fornisce il contributo più significativo (con circa 2mila euro di valore aggiunto per abitante) nelle province di Bolzano, Mantova, Pistoia (e, nel Mezzogiorno, in quelle di Ragusa e Oristano.All’interno delle province con valore aggiunto pro capite inferiore alla media nazionale si individuano alcuni segmenti produttivi importanti a livello locale, tra i quali spiccano quello dei Servizi tradizionali nelle province di Livorno (7mila euro), Savona, Alessandria, Imperia, Cagliari, Olbia-Tempio e Reggio-Calabria (6mila euro) e quello dell’Industria a Vercelli e Fermo con circa 7mila euro.