Si è Svolto ieri a Roma nella bella cornice della sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il convegno “Sustainable cities promoting urban health” organizzato dall’Ambasciata di Danimarca, in collaborazione con il Ministero della salute, Istituto superiore di sanità, SDU-National Institrute of Public Health di Danimarca, ANCI, Health Institute, Danish Healthy Cities Network, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei ministri.
L’iniziativa che ha coinvolto istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore, si poneva l’obiettivo di evidenziare il legame tra benessere fisico e città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire le malattie.
Oltre 3 miliardi di persone del mondo vivono oggi in città metropolitane e megalopoli: Tokyo ha 37 milioni di abitanti, Nuova Delhi 22 milioni, Città del Messico 20 milioni. 10 anni fa, per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione mondiale residente in aree urbane ha superato la soglia del 50% e questa percentuale è in crescita, come indicano le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. Nel 2030, 6 persone su 12 vivranno nei grandi agglomerati, nel 2050 7 su 10.
“Questa è una tendenza che, di fatto, negli ultimi 50 anni sta cambiando il volto del nostro Pianeta e che va valutata in tutta la sua complessità. Grandi masse di persone si concentrano nelle grandi città, attratte dal miraggio del benessere, dell’occupazione e di una qualità di vita differente, e la popolazione urbana mondiale, soprattutto nei Paesi medio-piccoli cresce anno dopo anno”, ha spiegato Andrea Lenzi, coordinatore di Health City Institute, gruppo di esperti che ha recentemente messo a punto il manifesto “ la salute nelle città: bene comune”, per offrire a istituzioni e amministrazioni locali spunti di riflessione per guidarle nello studio dei determinanti della salute nei contesti urbani.
Che aspetto avrà il pianeta del 2050? Come si evolveranno le città? Saranno in grado i governi di rispondere alla crescente domanda di salute? Dobbiamo, infatti, prendere atto che si tratta di un fenomeno sociale inarrestabile e una tendenza irreversibile, che va amministrata ed anche studiata sotto numerosi punti di vista quali l’assetto urbanistico, i trasporti, il contesto industriale e occupazionale e soprattutto la salute.
“Le città stesse ed il loro modello di sviluppo sono oggi in prima linea nella lotta contro le criticità connesse al crescente inurbamento e, ovviamente, la salute pubblica occupa fra queste un posto di primaria importanza”, ha affermato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio Nazionale ANCI e Sindaco di Catania.
“l’Inurbamento e la configurazione attuale delle città offrono per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche opportunità da sfruttare con un’amministrazione cosciente e oculata”, ha osservato Roberto Pella, Vicepresidente ANCI e Presidente Confederazione Città e Municipalità EU. “ciò può avvenire attraverso un’analisi preventiva dei determinanti sociali, economici e ambientali e dei fattori a rischio che hanno un impatto sulla salute” ha proseguito.
“ Bisogna, inoltre, puntare sulla condivisione delle informazioni per permettere di sviluppare modelli da condividere”, ha affermato Lucio D’Ubaldo Segretario Generale Federsanità ANCI, “ Agenas e Federsanità devono incontrarsi per condividere le loro conoscenze. I comuni rappresentano l’elemento piu’ vivace della società ma hanno bisogno di coordinamento. Non si può continuare sfruttando la tipica fantasia italiana, per cui si copia il modello migliore sul mercato e lo Stato spesso non riesce ad incarnare questo ruolo di sviluppatore dei modelli” ha, infine, concluso, puntando sul ruolo dell’ANCI e sul proseguire di iniziative come quella appena conclusa.
Federsanità è, infatti, da anni impegnata nella promozione del benessere del cittadino nel suo ambiente di vita attraverso il coinvolgimento e la realizzazione di azioni integrate tra gli attori che assumono un ruolo chiave nella definizione delle condizioni di salute e di benessere dei cittadini: con i Comuni, attraverso azioni di coinvolgimento delle conferenze dei sindaci in iniziative di tipo sanitario, con le scuole e con i penitenziari:
Il peso relativo di ciascun determinante di salute in ogni contesto urbano (città o quartieri) può essere anche significativamente variabile per cui ogni realtà cittadina deve fare leva sui propri punti di forza e lavorare sui rischi specifici per la salute che la caratterizzano.
In linea generale, rientrano tra gli ambiti di intervento: Garantire l’accessibilità dei servizi lavorando congiuntamente ai comuni sulla collocazione dei presidi sociali e sanitari, la raggiungibilità con i mezzi di trasporto, gli orari di apertura, favorire l’health literacy dei cittadini al fine di accrescere il proprio grado di autoconsapevolezza rispetto ai propri bisogni di salute e alle soluzioni, gestire la fragilità.