L’Istituto nazionale di statistica ha presentato per la prima volta i risultati del censimento delle unità pubbliche e private che offrono servizi socio-educativi per l’infanzia. L’indagine è volta a colmare il vuoto informativo dal punto di vista statistico riguardo a questa tipologia di servizi con dati relativi alla dotazione delle strutture, sia nel settore pubblico che in quello privato. Sul territorio nazionale nell’anno scolastico 2013/2014 sono state censite 13.459 unità che offrono servizi socio-educativi per la prima infanzia: il 35% è pubblico e il 65% è privato. I posti disponibili (complessivamente 360.314), coprono il 22,4% del potenziale bacino di utenza, ossia i bambini sotto i 3 anni. Per i servizi socio-educativi rivolti alla prima infanzia, i Comuni hanno impregnato, nel 2013, circa un miliardo e 559 milioni di euro, una cifra pari al 3% in meno dell’anno precedente. Tra il 2012 e il 2013 pressoché invariata, invece, la cifra riscossa dai Comuni per la compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie, che è stata pari a circa 310 milioni di euro. Nell’arco del decennio 2003-2013, la quota a carico delle famiglie è aumenta passando dal 17,5% al 20% della spesa comunale complessiva per gli asili nido.
Le differenze territoriali, nella quota di bambini presi in carico dai servizi pubblici (o finanziati dal settore pubblico) sono ancora significative. Al Centro-Nord i posti censiti nelle strutture pubbliche e private coprono il 28,2% dei bambini sotto i 3 anni, mentre nel Mezzogiorno si hanno 11,5 posti per 100 bambini residenti. Oltre il 17% dei bimbi del Centro-Nord è accolto in servizi comunali o finanziabili dai Comuni. Nel Mezzogiorno, invece, il numero è inferiore al 5%. Notevoli anche le differenze nella spesa comunale in relazione al potenziale bacino di utenza. Confrontando i Comuni capoluogo di provincia, la spesa più alta si ha a Trento con 3.560 euro per bambino residente, seguono Bologna con oltre 3.400 e Roma con quasi 2.950 euro pro-capite. Sul versante opposto troviamo i Comuni di Reggio Calabria (31 euro a bambino), Vibo Valentia (57 euro), Catanzaro (67 euro).