L’Italia del disagio e della marginalità sta assediando il Paese sano. In dieci anni sono raddoppiate le famiglie in stato di povertà assoluta. Si evince dall’indagine di Confcommercio, presentata recentemente. “Oltre al preoccupante dato sulle famiglie – ha spiegato Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio – le singole persone assolutamente povere hanno visto un’impennata tra il 2006 e il 2015 del 177%, raggiungendo quasi la soglia di 4,6 milioni di persone, massimo storico”. I cittadini in povertà assoluta hanno superato il 7,5% della popolazione totale (erano il 3,3% nel 2005). Il fatto che le persone povere siano cresciute più delle famiglie povere implica aritmeticamente che il numero medio dei componenti delle famiglie povere si sia innalzato. Il dato sulla povertà assoluta non ha visto un calo, nonostante i consumi aggregati continuino a crescere, seppur in maniera modesta. “Nel 2015 – ha continuato Bella – il numero di persone in assoluta povertà e il loro rapporto rispetto al totale dei residenti sono cresciuti nonostante la crescita dei consumi aggregati (+1,1 reale i consumi sul territorio nel 2015), mentre i consumi nei primi sette mesi del 2016 hanno fatto registrare un rallentamento, fermandosi sul +0,7”.
Emerge come mai prima d’ora una questione di disagio sociale tra le famiglie numerose. Mentre, in generale, la popolazione italiana si aggrega in nuclei familiari sempre più piccoli, le famiglie povere presentano un numero di componenti via via maggiore in media. Avendo più figli, dunque, si va incontro a un ampio e crescente rischio di povertà. “Negli ultimi vent’anni – è il commento del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – i prezzi dei consumi obbligati sono raddoppiati, mangiandosi il 40% dei consumi delle famiglie e negli ultimi dieci anni sono quasi triplicate le persone in condizione di povertà. L’ennesima conferma che la nostra economia sconta il peso di gravi difetti strutturali, dalla burocrazia, alla legalità, dalla logistica all’eccessiva pressione fiscale che, nonostante le politiche distensive del governo che riconosciamo, continua a frenare i consumi e gli investimenti. E’ necessario dare subito la certezza a famiglie e imprese che le tasse diminuiranno e che il Governo trovi il coraggio di ridurre le aliquote Irpef a partire già dal 2017”.