In tempi di crisi e di ridotte risorse finanziarie, nonché di sfiducia verso le banche, la cui reputazione è stata compromessa dai numerosi scandali nazionali e internazionali, sempre più italiani scelgono i prestiti fra privati, il cosiddetto ‘social lending’, alternativa interessante e poco rischiosa per chi intenda investire al di fuori del sistema bancario. In altre parole, un’ulteriore declinazione della sharing economy. Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni in cui questa modalità ha attecchito di più, ma è presente anche nel Lazio, in Piemonte, nel Veneto e in Toscana. A tracciare il quadro del fenomeno, Luciano Manzo, ad di Smartika, operatore italiano di social lending in Italia, in occasione dell’incontro dedicato al tema ospitato da Festambiente, il festival internazionale di Legambiente tenutosi a Rispescia. “In un periodo in cui gli investimenti tradizionali a breve e lungo termine come i bund a 10 anni, Btp italiani o il mattone fruttano poco o niente, sempre più italiani scelgono i prestiti tra privati per avere un ritorno economico, ma anche per sostenere l’economia reale, quella dei cittadini – spiega Manzo – Chi richiede il prestito ha tassi vantaggiosi, ma sa anche che gli interessi da lui pagati non vanno nelle tasche delle banche, bensì dei suoi prestatori alimentando così un’economia circolare”.
Il social lending è un canale alternativo di credito che consente il prestito diretto tra privati, facendo a meno di banche e società finanziarie. Il processo si basa sulla creazione di una comunità nella quale richiedenti e prestatori interagiscano direttamente, senza intermediari, ottenendo condizioni migliori per entrambi: tassi più bassi per chi ottenga il prestito e interessi più alti per chi presti denaro. All’interno della comunità si crea in questo modo un mercato nel quale i tassi correnti sono determinati solo e soltanto dall’incontro diretto tra domanda e offerta, secondo la logica della disintermediazione. Chi prende in prestito, offrendo sempre delle garanzie sulla sua affidabilità, può usufruire di tassi effettivi che partono dal 6,50%, mediamente più bassi del mercato. Chi decide di prestare denaro può ottenere rendimenti lordi tra il 4% e il 6,5% in base al profilo di rischio dei soggetti ai quali si decide di prestare, contro il 2% massimo (solo per i primi 6 mesi – Fonte Widiba) dei conti di deposito, l’1,5% (10 anni) o il 2,6% (30 anni) lordo circa dei Bot.
La regione dove si fanno più prestiti tra privati in Italia è la Lombardia, con oltre 2,8 milioni di euro di erogazioni, pari al 12% della raccolta di Smartika che, nel nostro Paese, ha una quota di mercato dell’80%. Segue l’Emilia Romagna (2,2 milioni di euro di erogazioni), dove ci sono più prestatori di denaro (lender) che richiedenti prestiti (borrower) e di conseguenza la raccolta contribuisce a soddisfare non solo le richieste interne di prestiti, ma anche quelle provenienti da altre regioni (al contrario di quanto avviene ad esempio in Toscana). Il social lending sta prendendo piede anche nel Lazio, regine nella quale le erogazioni sfiorano il milione e mezzo di euro, in Piemonte (un milione di euro circa) e Veneto (più di 9 cento mila euro) dove, come in Emilia Romagna, ci sono più lender che borrower.
Nelle regioni dove il social lending è più sviluppato, 9 volte su 10 i lender sono uomini di età compresa tra 26 e 55 anni, che erogano per lo più da mille a 5mila euro (mediamente più di 4 casi su dieci) e in misura leggermente minore da cento a mille euro (oltre 3 casi su dieci). I prestatori più giovani, tra 18 e 25 anni, si concentrano in Piemonte dove rappresentano il 4% del totale, quelli più anziani, over 56 anni nel Lazio dove arrivano al 22%. Il Piemonte è la regione dove operano più donne, sia tra chi presta (12% del totale) che tra chi richiede un prestito (31%). Tra chi chiede un prestito su Smartika la quota maggiore, anche se più bassa rispetto ai prestatori, è rappresentata da uomini (più del 70%) con un’età media che resta tra 26 e 55 anni per importi domandati soprattutto da mille a 5 mila euro (più della metà delle volte) e da 5 a 10 mila euro (una volta su 3 circa). Si richiedono prestiti soprattutto per consolidare vecchi debiti (16% in Piemonte, 14% in Lombardia), acquistare automobili (12% ciascuno in Lazio e Veneto) e mobili (10% ciascuno in Lazio e Veneto). Ci si indebita anche per ristrutturare la propria casa (9% ciascuno in Lombardia, Piemonte e Lazio), per riparazioni (9% in Lazio e 8% in Lombardia) e spese mediche (6% ciascuno in Piemonte, Lazio e Veneto). Se in Veneto si ricorre al social lending anche per comprare motociclette (8%), in Piemonte pure per estinguere prestiti con i parenti (6%).
Per attivare un’offerta sulla piattaforma Smartika, il prestatore deve indicare una serie di fattori, tra cui importo del prestito, durata, tasso desiderato e tipologia di richiedenti ai quali intende prestare. Ogni offerta viene suddivisa in parti uguali destinate ad altrettanti richiedenti prestito per diversificare il rischio. Dopo aver controllato il profilo di credito di chi richiede denaro, lo si assegna a una delle classi di merito creditizio e successivamente la piattaforma va a comporre il prestito con le offerte presenti. A quel punto spetta al richiedente valutare se accettare la proposta. Per tutelare il prestatore, soprattutto in caso di ritardo nel rimborso delle rate, nel 2015 è stato creato uno strumento ad hoc, il fondo di garanzia “Smartika Lender Protection”, che interviene dopo un periodo di 12 mesi di ritardo.