I rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, verranno conferiti nel Deposito nazionale, un’infrastruttura ambientale di superficie. Il Deposito servirà per lo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività e per lo stoccaggio temporaneo, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti radioattivi ad alta attività. Insieme al Deposito nazionale sorgerà un Parco tecnologico, in cui saranno avviate attività di ricerca specializzata in questo stesso ambito.
La Direttiva Ue 2011/70/Euratom prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono generati. A tal fine la maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività. In Italia, per consentire ai cittadini di avere un quadro più chiaro sulla gestione dei rifiuti radioattivi e per assicurare l’effettiva partecipazione ai processi decisionali in materia, il piano è stato sottoposto alla procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas).
Sul Programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito provenienti da attività civili si è, infatti, tenuta la consultazione pubblica e transfrontaliera. A seguito dell’esito della fase di Vas, poi, il ministro dello Sviluppo economico e il titolare dell’Ambiente dovranno proporre il piano per l’approvazione al presidente del Consiglio dei ministri, dopo aver sentito il ministro della Salute, ascoltato il parere della Conferenza unificata, nonchè quello dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Il Programma, tuttavia, non riguarda in modo specifico la localizzazione del Deposito nazionale, il cui processo è definito da un’altra legge, che prevede una apposita consultazione pubblica sulla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi).
La Cnapi è predisposta dalla Sogin (la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca). Dopo la validazione da parte di Ispra, su nulla osta dei Ministeri, la Sogin avvierà la consultazione pubblica. A tale riguardo sono in corso gli ultimi adempimenti, che dovranno essere completati nei prossimi giorni. Se dovesse esservi ritardo nell’avvio dell’iter, questo rallenterà la razionalizzazione della gestione dei rifiuti radioattivi, accrescendo il costo per il sistema (a carico delle bollette elettriche, per la parte connesse alle ex centrali nucleari) e ritardando la liberazione delle aree attualmente sedi di depositi temporanei.