Anche quest’anno le vacanze si avvicinano. Vacanze più brevi rispetto al passato, meno spazio dato al riposo, un maggiore movimento e tanta voglia di esplorare.
Per questo l’edizione 2017 del Mare più bello, la guida di Legambiente e Touring club italiano, offre una nuova bussola per orientarsi tra le scelte estive, quella dei comprensori turistici. Quelli che hanno ottenuto le cinque vele sono 21 (15 marini e 6 lacustri).
Il primo posto se lo è aggiudicato il litorale di Chia, che include il Comune di Domus de Maria, a sud della Sardegna in provincia di Cagliari, il secondo la Maremma Toscana, con Castiglione della Pescaia come miglior comune, seguito da Scarlino, Marina di Grosseto e Follonica in provincia di Grosseto. Ma la vera sorpresa è il terzo posto conquistato dal comprensorio della Baronia di Posada e del Parco di Tepilora, in provincia di Nuoro, sulla costa occidentale della Sardegna, il territorio di Posada e di Siniscola, con le dune di Capo Comino, venne scelto nel 1974 come set dell’indimenticabile film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.
“Quella della Tepilora è una storia straordinaria che mostra come, se si hanno capacità e determinazione, si possono creare occasioni di salvaguardia della natura e rilancio turistico”, racconta Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente. “Tre anni fa quel parco non esisteva. Lo ha conquistato, con un pressing serrato in una regione che non ha le maglie larghe sulle aree protette, un gruppo di amministratori molto decisi guidati dal sindaco di Posada, Roberto Tola. E due giorni fa a Parigi è arrivato il riconoscimento Unesco: il parco, un delta gioiello pieno di aironi, fenicotteri, cavalieri d’Italia, è diventato riserva della biosfera. Così un territorio poco noto, schiacciato tra due brand come la Costa Smeralda e Cala Gonone, si è conquistato uno spazio importante sia dal punto di vista turistico che da quello della sicurezza. Il piano regolatore di Posada, premiato dall’Inu, ha infatti bloccato le costruzioni nell’area di esondazione del fiume e durante l’alluvione disastrosa di tre anni fa se la sono cavata senza una vittima”.
Un altro caso di successo è Ustica che per la prima volta entra in classifica. Anche grazie a un ritorno d’eccellenza, quello del sindaco Attilio Ricciardi, che nel 1986 aveva fatto di quest’isola siciliana la prima area marina protetta e che oggi è di nuovo in campo con un pacchetto di innovazioni: lancio della raccolta differenziata, un desalinizzatore a osmosi inversa che recupera il 75% dell’energia elettrica utilizzata, canoe con il fondo trasparente per girare nel mare protetto ammirando le enormi cernie e i barracuda.
Interessante il secondo posto della Maremma. Non sarebbe una novità se si guardasse solo all’impegno ormai consolidato del Comune di Castiglione della Pescaia. Ma allargando la prospettiva a un territorio più ampio si scopre che anche i Comuni di Marina di Grosseto e di Scarlino entrano nel comprensorio premiato. Un fatto consolante se si pensa che negli anni Ottanta Scarlino era famoso per i fanghi rossi: all’epoca sembrava normale che ogni giorno una bettolina andasse a scaricare sostanze tossiche nelle acque di quello che oggi è il santuario dei cetacei. Ora il quadro si è rovesciato: una forte capacità di accoglienza ha preso il posto di una fabbrica inquinante.
Analoga la dinamica nel comprensorio del Parco agrario degli ulivi secolari che si estende dall’area a Sud di Bari fino a Ostuni. L’impegno di alcune amministrazioni comunali ha permesso di eliminare chiostri e parcheggi abusivi aumentando l’appeal turistico dell’area.
Nella classifica, analizzando per aree geografiche più larghe, si evidenzia comunque il primato della Sardegna con ben 5 riconoscimenti, seguita dalla Maremma, dalla Puglia, da alcune isole siciliane, dal Sud Cilento, dal Golfo di Policastro e dalle Cinque Terre.
Sul fronte laghi va segnalato il Trentino Alto Adige e in particolare Molveno che ha rovesciato il luogo comune del lago come destinazione iper tranquilla, meta di pensionati che passeggiano lentamente tra i tavolini dei bar. In 10 anni il target del turismo è stato radicalmente modificato da 400 chilometri di sentieri per le mountain bike che si arrampicano sulle Dolomiti del Brenta. Un percorso impegnativo che ha anche un’opzione B: chi non se la sente di salire pedalando può prendere, assieme alla sua bici, la seggiovia e scendere su uno dei tanti sentieri contrassegnati da un colore che indica la difficoltà, come per le piste da sci.