Nell’Isola prende forma il piano di mobilità elettrica, con uno stanziamento di 15 milioni di euro, dei quali 10 destinati all’acquisto di veicoli e alla realizzazione capillare di stazioni di ricarica. Il programma è stato presentato ieri dal presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, e dall’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras. In virtù delle sue peculiarità sia energetiche che di mobilità interna, l’Isola rappresenta un caso ideale in cui avviare una seria e rapida implementazione della mobilità elettrica con l’ulteriore vantaggio di poter utilizzare le risorse rinnovabili endogene già presenti. In considerazione di ciò la Giunta, su proposta dell’assessore all’Industria, ha dato quindi il via libera al Programma di integrazione della mobilità elettrica. La dotazione finanziaria (Fondi Fsc 2014-2020) è di 15 milioni di euro. Sono previsti la realizzazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, l’acquisto di nuove auto e la realizzazione di devices di mobilità elettrica integrati.
La rete di infrastrutture sarà concentrata su cinque diverse aree: Città metropolitana di Cagliari; rete metropolitana di Sassari; reti urbane di Olbia; Nuoro e Oristano. Interventi sperimentali sono previsti anche nelle isole minori della Sardegna. Nel piano sono coinvolti i primi otto Comuni per numero di abitanti, con una popolazione di oltre 865.000 persone ed una mobilità prodotta pari al 75% degli spostamenti quotidiani nell’intera regione. Verranno acquistati veicoli elettrici, realizzate colonnine di ricarica e infrastrutture sulle strade statali 131, 131 Dcn e 130. Previsti anche strumenti per informatizzare e gestire i punti di ricarica ed erogare i servizi di info-mobilità.
Le emissioni di CO2 derivanti da auto e veicoli pesanti, dovute a benzina e gasolio, rimangono una delle cause principali con un’incidenza in Italia del 27% delle emissioni dei gas serra. Una risposta contro l’inquinamento da trasporti è appunto rappresentata dalla mobilità a zero emissioni: ogni vettura elettrica immessa sul mercato consente, infatti, una riduzione di 1,5 tonnellate di anidride carbonica rispetto ad un veicolo a combustione interna Euro 6 considerando una percorrenza media annuale di 15.000 chilometri. Dati che portano ad attente riflessioni e a ripensare nuovi piani di mobilità.