L’Anello Verde è “una visione di insieme che propone una strutturale continuità tra paesaggi, sistemi ambientali e nuove accessibilità dal sistema dell’Anello ferroviario”: così è stato definito stamattina, nella presentazione in Campidoglio, il nuovo piano rivolto ad ambiente e mobilità della giunta capitolina.
A illustrarlo è intervenuta la sindaca Virginia Raggi, con gli assessori alla Mobilità e all’Urbanistica Pietro Calabrese e Luca Montuori e l’amministratore delegato e dg di Fsi Gianfranco Battisti, oltre all’ad Fs sistemi urbani Umberto Lebruto. L’Anello Verde verte, in sostanza, su 5 pilastri: ambiente, mobilità intelligente e alternativa, qualità e integrazione, sviluppo sostenibile, ascolto e partecipazione.
Si tratta di una rete naturalistica e ambientale che riconnette la città con il paesaggio e i suoi spazi pubblici attraverso i nodi dell’anello ferroviario per uno sviluppo sostenibile del territorio, dalla Riserva Naturale della Valle dell’Aniene al Parco dell’Appia Antica passando dai parchi Casilino, Tiburtino, Centocelle, Serenissima.
Per quanto riguarda l’ambiente, si passerà dai ‘vuoti’ urbani in attesa del riempimento edilizio a luoghi di creazione di valore ambientale, funzionale, economico. E dunque stop al consumo di suolo rimodulando i diritti edificatori consolidati attraverso la densificazione dei poli sul sistema del ferro e favorendo la valorizzazione ambientale delle aree libere, creando l’interconnessione con i grandi sistemi naturalistici urbani, promuovendo politiche urbane integrate in tema di controllo, riduzione delle emissioni ed efficienza energetica, sistemi locali di economia circolari, incentivando i processi di rigenerazione urbana, affrontando il tema della fragilità idrogeologica.
Riguardo invece al capitolo trasporti il piano dell’Anello prevede di sviluppare l’intermodalità ferro/gomma/bici e privato/pubblico attraverso la progettazione di un sistema di ‘hub metropolitani’, potenziando lo sharing, realizzando una rete per la mobilità dolce a livello locale interconnessa con la rete urbana e regionale. Terzo punto, ‘qualità e integrazione’, prevede di sviluppare progetti di riqualificazione delle porte di accesso alla città, dei nodi di scambio, le piazze delle stazioni, dei luoghi di connessione tra città, mobilità e paesaggio, e favorire il consolidarsi delle vocazioni di alcuni settori urbani come nel caso della revisione dello schema di assetto della Stazione Tiburtina e dello SDO Pietralata.
Capitolo sviluppo sostenibile: rimodulare le previsioni con strategie di rilocalizzazione di diritti edificatori già acquisiti, al fine di consolidare le vocazioni dei diversi ambiti e densificare maggiormente i poli già infrastrutturati e serviti dal ferro, mentre vengono individuate le aree di alto valore ambientale e naturalistico da preservare per garantire la continuità dei sistemi ambientali. Il tutto – quinto punto -nel segno dell’ascolto del territorio, degli stakeholder qualificati e di quelli istituzionali attraverso incontri con la cittadinanza e percorsi di partecipazione.