La kermesse ambientale più importante del mondo ha come obiettivo la resilienza pianeta di fronte al cambiamento climatico e al sovra sfruttamento. Il 15 marzo, poi, i capi di Stato e ministri dell’Ambiente, insieme alle Ong, agli attivisti e agli amministratori di multinazionali si incontreranno per discutere e assumere impegni, nella prospettiva di un patto globale per la salvaguardia ambientale. Tra i temi in agenda: le innovazioni geoingegneristiche per rispondere alle sfide climatiche; l’economia circolare legata alla crescita produttiva sostenibile; il contrasto allo spreco alimentare; il sostegno alla decarbonizzazione abbandonando i combustibili fossili per puntare invece su energie da fonti rinnovabili, efficienza e risparmio energetico; la riduzione dei rifiuti plastici in mare. Un altro tema importante è infine quello delle nuove tecnologie, dalle soluzioni per rimuovere la CO2 dall’atmosfera ai nebulizzatori iniettati nella stratosfera per bloccare i raggi solari.
All’Assemblea di Nairobi verrà proposta una risoluzione giuridicamente vincolante per fermare l’inquinamento plastico. Il WWF ha infine lanciato una mobilitazione per chiedere un Trattato che comprenda tutti i Paesi del mondo finalizzato ad un’azione collettiva in difesa dei beni comuni. La stessa Associazione ambientalista ha pubblicato la scorsa settimana il report intitolato “Inquinamento plastico: di chi è la colpa?” dove viene tracciato un percorso per proteggere il Pianeta. Le cifre contenute nel documento danno triste conferma in riferimento al problema e impongono un’attenta riflessione. Basti pensare che dal 1950 ad oggi è andato perso il 75% di tutti i polimeri plastici fossili prodotti a livello globale contaminando flora e fauna. Nel 2016 poi, la produzione di plastica ha raggiunto 396 milioni di tonnellate, l’equivalente di 53 chili per ogni persona, traducendosi in circa due miliardi di tonnellate di anidride carbonica (quasi il 6% delle emissioni complessive di CO2 l’anno). La Strategia sulla plastica della Commissione europea, adottata il 16 gennaio 2018, si è inserita nel processo di transizione verso un’economia circolare, con lo scopo di proteggere l’ambiente dall’inquinamento da materiali polimerici, promuovendo crescita e innovazione. Con la strategia sulla plastica, la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono le varie fasi del ciclo per misurare i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale ed europeo.
Rendere il riciclo redditizio per le imprese, ridurre i rifiuti di plastica, fermare la dispersione dei rifiuti in mare, orientare gli investimenti e l’innovazione, stimolare il cambiamento in tutto il mondo sono gli obiettivi chiave di questa strategia a lungo termine. Con lo scopo di fornire contributi, pareri e dati per gli sviluppi futuri della strategia sulla plastica in relazione ai rifiuti marini, in particolare quelli costituiti da plastica monouso e attrezzature da pesca.
Sui lavori dell’Assemblea grava il lutto per le 157 vittime dell’incidente aereo di ieri, in cui hanno perso la vita anche diversi delegati.