Le piante sono delle vere e proprie ‘maestre’ di risparmio energetico durante il processo di fotosintesi. La loro ‘lezione’ potrà essere utilizzata per migliorare le alghe e renderle più efficienti per la produzione dei biocombustibili del futuro.
Sfruttando le più innovative tecnologie, i ricercatori sono riusciti ad analizzare nel dettaglio l’assorbimento della luce da parte delle piante e la sua trasformazione in energia chimica. Questo processo si svolge in pochi millesimi di miliardesimi di secondo all’interno di due tipi di ‘centraline’: il fotosistema 1 (PSI), localizzato negli strati cellulari più profondi, e il fotosistema 2 (PSII), posto negli strati più superficiali. Per via della diversa localizzazione, che li espone a quantità diverse di luce, i due fotosistemi si sono diversificati e specializzati in modo da poter lavorare comunque in tandem e allo stesso ritmo, senza mai sprecare neanche una particella di luce.
”Ora che abbiamo svelato la ragione dell’efficienza delle piante, una strategia evoluta in centinaia di milioni di anni, possiamo insegnare alle alghe a fare come loro”, afferma Roberto Bassi, coordinatore del gruppo del Politecnico. ”In questo modo – prosegue – potremo coltivare le alghe a concentrazione più alta con maggiore rendimento. Al momento, i fotobioreattori non sono abbastanza efficienti proprio perché contengono una quantità di alghe ridotta che non ripaga a sufficienza l’elevato costo di gestione e costruzione”.