Sono trascorsi esattamente sei anni dall’omicidio di Angelo Vassallo il “sindaco pescatore”. Sei anni ancora senza colpevoli e/o mandanti. Il Cilento di Angelo è un luogo in cui la tutela dell’ambiente ha creato uno spicchio di economia diversa da tutto il resto della regione e perfino del meridione. Turismo all’insegna della qualità (tanti vip e professionisti hanno la casa qui in mezzo alle colline), aria buona, mare pulito, dieta mediterranea nell’accezione più semplice e autentica. Vassallo aveva lavorato tutta la vita per realizzare questo sogno: riuscì, poche settimane prima di essere ucciso, a far ottenere alla sua Pollica, il riconoscimento dall’Unesco, di luogo patrimonio dell’umanità per la dieta mediterranea.
“A sei dall’assassinio di Angelo Vassallo, di cui tutti ricordano lo straordinario impegno per la legalità, l’ambiente e lo sviluppo del territorio, il delitto non ha ancora un colpevole e le indagini sono tuttora in corso. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ricordando Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ di Pollica, a sei anni dalla morte.
“Vassallo, di cui ero anche amico, – aggiunge Realacci – amava profondamente la sua terra, è stato un grande ambientalista, un visionario capace di trasformare i suoi sogni in realtà, ma innanzitutto un uomo coraggioso. L’Italia ha bisogno di tante persone con le qualità di Angelo Vassallo per dare forza e speranza ai territori e per affrontare le sfide difficili che ha davanti”.
“Purtroppo a sei anni di distanza dal 5 settembre 2010 le indagini sull’omicidio di Vassallo non sono concluse e siamo ancora lontani dalla verità. Un’assenza di esiti che è una sconfitta per la credibilità dello Stato e nella battaglia per la legalità. Proprio per dare una spinta alle indagini ho più volte sollecitato le autorità, anche attraverso interrogazioni. Fortunatamente, però, – conclude Realacci – l’azione avviata da Vassallo per la legalità, l’ambiente, un futuro migliore continua: penso ad esempio all’Ecomuseo della Dieta Mediterranea che vede la collaborazione di Comune, Legambiente, Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e altri soggetti territoriali”.