L’ultimo in ordine di tempo è il messaggio che compare quando si apre Whatsapp per chiederci di accettare i nuovi contenuti dell’informativa sulla privacy, ma quasi quotidianamente c’imbattiamo in richieste di consenso al trattamento dei dati personali: tre o quattro domande, sostanzialmente sempre uguali, che per pigrizia o per fretta neppure leggiamo, mettendo una spunta su “acconsento” almeno al primo dei quesiti. Ma cosa dobbiamo veramente sapere quando prestiamo il consenso al trattamento dei nostri dati personali? È vero che i dati personali hanno un valore commerciale? Come possiamo tutelarci rispetto a un uso improprio dei nostri dati? Sono alcuni dei quesiti a cui risponderanno docenti e professionisti di vari settori nel corso del “Privacy Day alla Bicocca”. L’incontro – in programma giovedì 28 gennaio alle ore 10.00 – è organizzato dalla cattedra d’Informatica giuridica dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con ReD Open. Una formula agile: ciascun esperto avrà a disposizione 15 minuti per spiegare tutto ciò che c’è da sapere in merito alle norme sulla protezione dei dati personali in uno specifico settore, da quello commerciale a quello sanitario. L’iniziativa è rivolta tanto agli utenti quanto ai professionisti che operano in ambito legale, giornalistico, medico e nel mondo della scuola, che devono conoscere le regole per il trattamento dei dati delle persone con cui si rapportano per lavoro.
La scelta di tenere l’incontro il 28 gennaio non è casuale: il 26 aprile 2006, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deciso d’indire una Giornata per la protezione dei dati, da tenersi il 28 del primo mese dell’anno: un modo per celebrare l’anniversario dell’apertura alla firma della Convenzione 108 del Consiglio d’Europa per la protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati personali, di cui ricorre quest’anno il quarantennale. La Giornata della protezione dei dati viene ora promossa a livello globale e al di fuori dell’Europa viene chiamata la “Giornata della privacy”.
«Anche se le norme esistono da molti anni, le persone fanno ancora generalmente poca attenzione quando cedono i loro dati personali – afferma Andrea Rossetti, professore di Filosofia del Diritto e Informatica Giuridica –La Bicocca è da anni impegnata a diffondere tra i cittadini la consapevolezza necessaria a tutelare le informazioni che ci riguardano, perché, non bisogna dimenticarlo, i primi responsabili degli usi impropri dei nostri dati siamo noi stessi».