E’ stato siglato dal titolare del Miur, Marco Bussetti, un decreto per l’individuazione di 292 aree di esclusione sociale in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, caratterizzate da povertà educativa minorile, dispersione scolastica e da un elevato tasso di fenomeni di criminalità organizzata. I criteri con cui sono state individuate le aree di intervento sono: tasso di deprivazione territoriale; livello di disagio negli apprendimenti, calcolato sulla base dei dati Invalsi; stato socio-economico delle famiglie di origine; tasso di abbandono nel corso dell’ultimo anno scolastico; presenza di alunni ripetenti; livelli di criminalità minorile. Il decreto dovrà ora essere controfirmato dai ministri dell’Interno e della Giustizia. Entro trenta giorni dalla sua adozione, il Miur provvederà a pubblicare uno specifico Avviso pubblico a valere sulle risorse del Pon “Per la Scuola” 2014-2020 per un totale di 50 milioni di euro che suddivisi tra circa 1.000 scuole delle aree individuate.
“Con questo decreto – ha detto il ministro Bussetti – abbiamo voluto dare attuazione ad un’altra norma, risalente a due anni fa, fino ad oggi mai attuata. Il provvedimento consente di sbloccare importanti risorse da assegnare ai territori del Mezzogiorno caratterizzati da una forte dispersione scolastica e da un elevato tasso di criminalità, anche minorile. Le scuole sono da sempre un presidio fondamentale nelle aree più difficili del Paese. Con questo intervento potranno attivare progetti anche di rete con Enti locali, soggetti del Terzo settore, strutture territoriali del Coni, delle Federazioni sportive nazionali e degli enti di promozione sportiva o servizi educativi pubblici per l’infanzia del territorio. Si potranno così potenziare le competenze e le attitudini degli studenti, contrastando fenomeni di dispersione scolastica”.
In Italia oltre un milione di minori vive in condizioni di povertà assoluta e la deprivazione educativa che ne deriva crea un danno dai primi anni di vita per poi limitare i livelli di apprendimento delle competenze nei periodi successivi. Dai dati Eurostat vediamo che in due lustri (2008-2018) l’Italia ha fatto passi avanti, pur restando abbastanza lontana dall’auspicata soglia del 10%, raggiunta invece da altri Paesi. Sul risultato nazionale pesano poi profonde differenze territoriali. Alcune aree della Penisola hanno raggiunto (o quasi) l’obiettivo europeo: Nord-est (10,3% nel 2017), Nord-ovest (11,9%), Centro (10,7%). Nell’Italia meridionale invece gli abbandoni sono ancora al 18,5%. La povertà educativa ha carattere multi-dimensionale: si manifesta in un non adeguato sviluppo delle competenze cognitive, fondamentali per crescere e vivere nella società contemporanea dell’innovazione e della conoscenza, con un impatto altrettanto importante sullo sviluppo delle competenze ‘non-cognitive’, quali le capacità emotive, di relazione con gli altri, di scoperta di se stessi e del mondo.