Il parlamento quest’anno riaprirà i battenti il 12 settembre. Dai vitalizi, al biotestamento, dallo ius soli alla legge a tutela degli orfani di femminicidio al ddl anti-fascismo, sono tanti i provvedimenti rimasti ‘appesi’ e che forse, compatibilmente con la manovra, verranno ripresi in mano in quello che si prospetta un ‘autunno caldo’ per le Camere.
Nel frattempo, si segnala che ce l’ha fatta ad essere approvato il ‘ddl concorrenza’, il quale dopo due anni di stop and go e con una maggioranza sul filo, si riproporrà a settembre.
Mancano, però, all’appello ancora una serie di provvedimenti, alcuni dei quali molti spinosi.
I vitalizi , per esempio, sono in discussione da oltre un anno dopo la bocciatura della richiesta del Movimento cinque stelle di anticiparne l’esame. In particolare, gli ex parlamentari che percepivano una pensione prima dell’abolizione, vera e propria, dei vitalizi.
Del ‘biotestamento’ si discute da cinque anni, ad aprile c’è stato l’ok della Camera, ma a più di dieci anni dalla morte di Pier Giorgio Welby, l’esame delle proposte di legge in materia è rimandato a settembre per ‘colpa’ dei tremila emendamenti che gravano sul testo al Senato dove è in discussione dopo l’ok della Camera in aprile.
Lo ‘ius soli’, da 13 anni oggetto di discussione in Parlamento, è il testo che introdurrebbe nel nostro ordinamento il cosiddetto ‘ius soli soft’ per i figli di immigrati nati in Italia, ma a un anno e mezzo dall’approvazione a Montecitorio, è fermo in commissione a Palazzo Madama. Di recente, durante la Cerimonia del Ventaglio, la presidente di Montecitorio, Laura Boldrini ha fatto un appello affinchè venga approvato entro fine legislatura.
Anche la ‘legalizzazione cannabis’ è da oltre due anni depositata in Parlamento e, di recente, ha subito un nuovo stop. Le commissioni riunite Giustizia e Affari sociali di Montecitorio hanno, infatti, adottato il testo base sulla cannabis proposto dalla relatrice per la XII commissione, la democratica Margherita Miotto, riguardante solo l’uso terapeutico, facendo cadere quindi, la parte sulla liberalizzazione.
Il ‘ddl anti-fascismo’ è anch’esso da due anni in discussione in Parlamento. Dopo i clamori per la vicenda dello stabilimento balneare nostalgico del Ventennio di Chioggia ha subito un rallentamento la proposta di legge depositata il 2 ottobre 2015 dal deputato Pd Emanuele Fiano sulle nuove norme anti-fascismo. La proposta di legge punta alla introduzione nel codice penale il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.
Il testo introduce l’art. 293-bis, che punisce con la reclusione da 6 mesi a 2 anni la propaganda del regime fascista e nazifascista. Sarà reato anche richiamare pubblicamente la simbologia o la gestualità di quei partiti in maniera inequivoca (come nel caso del ‘saluto romano’), e il delitto sarà aggravato (con la pena aumentata di un terzo) se la la propaganda del regime fascista e nazifascista sarà commessa attraverso strumenti telematici o informatici. Approdato in Aula alla Camera è al momento fermo in attesa di possibili limature. Dovrà comunque poi passare al vaglio del Senato.
La ‘tutela orfani femminicidio’, da un anno in Parlamento, prevede, tra l’altro, la cancellazione possibilità per il partner omicida di poter fruire della pensione di reversibilità della persona che ha ucciso. Sul testo è recentemente arrivato lo stop alla discussione in sede deliberante (un procedimento più rapido, che consente di approvare il testo direttamente in commissione senza passare dall’Aula) per i dubbi da parte di Forza Italia, Gal e Lega sul fatto che attraverso il testo, che parla anche dei figli delle unioni civili, possa rappresentare un “surrettizio inserimento nella legge italiana, attraverso questo provvedimento, della stepchild adoption, l’adozione del figlio da parte del compagno che è stata tolta dalla legge approvata sulle Unioni civili”.
In fine, il ‘doppio cognome ai figli’, si è fermato in commissione al Senato, dopo quasi tre anni dall’approvazione alla Camera. Il provvedimento, che rappresenta una ‘piccola grande rivoluzione’, darebbe la possibilità di attribuire al figlio anche il cognome della madre.