Si tiene oggi, 10 maggio, a Roma, in Piazza del Campidoglio, il primo “Villaggio per l’educazione ambientale”. Una giornata interamente dedicata alla sostenibilità, aperta alla partecipazione di centinaia di giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Sono sei i gazebo allestiti per parlare di biodiversità, tutela del mare, azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, parallelamente a numerose attività educative e agli interventi dei rappresentanti delle istituzioni. Numerosi progetti e iniziative di educazione ambientale, con protagonisti gli studenti vincitori del progetto Miur “Olimpiadi nazionali di robotica”, le Associazioni ambientaliste vincitrici del bando del Mattm per iniziative rivolte alle scuole nei territori dei Parchi nazionali, gli studenti attivisti per il clima impegnati con il Ministero dell’Ambiente nel tavolo “Al lavoro! Per l’Ambiente”, i promotori del progetto di pace “Birds know no boundaries”.
Tra i vari appuntamenti in programma anche lo #StudentTakeover curato da Connect4climate, programma di World Bank group che si occupa di comunicare a livello internazionale i rischi connessi ai cambiamenti climatici. A chiudere l’evento, la conferenza stampa di presentazione del Festival torinese “CinemAmbiente”, che quest’anno assegnerà un premio ai migliori film documentari realizzati dalle scuole. Sappiamo bene come i giovani siano particolarmente sensibili ai temi ambientali e all’economia circolare. Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo (nel gennaio 2019), con il sostegno della Fondazione Cariplo e di Intesa San Paolo su un campione di 2.000 giovani nati tra il 1982 al 1997, l’81,8% degli intervistati si dice disposto a cambiare le proprie abitudini per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici sul Pianeta, mentre l’82% dichiara di essere disponibile a ridurre al minimo gli sprechi (dall’acqua alla luce, dalla plastica al cibo). Per gran parte degli intervistati la qualità del futuro del globo è strettamente legata alla responsabilità di ciascuno e non solo dall’operato dei diversi Governi.
Dalla rilevazione emerge infatti che il 70% del campione sentito cerca di scegliere prodotti di aziende impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e ancora l’85,35% si impegna nel fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Il sondaggio sottolinea come la maggioranza degli intervistati si dichiari sensibile e attenta (con il 49% che lo è “molto”), mentre i disinteressati sono meno del 15%. Per oltre la metà dei giovani presi a campione, l’interesse è aumentato negli ultimi anni. C’è tuttavia la convinzione che bisognerebbe poter fare molto di più, soprattutto nel nostro Paese. Per oltre la metà degli intervistati (51,5%), in Italia occorrerebbe fare di più per la questione ambientale.
La sfida ambientale, legata alla conservazione delle risorse del nostro Pianeta, rappresenta un confronto non più eludibile per le future generazioni. Ci troviamo in un’epoca che impone scelte ben diverse da quelle compiute in passato: lontane dal modello produttivo tradizionale, dirette verso un nuovo modello di economia che rispetti l’ambiente, orientate ad una società che non produca rifiuti ma sappia creare ricchezza e benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse. Perché questo accada, è necessario un cambiamento culturale che coinvolga le istituzioni, le imprese e le singole persone. E questa nuova consapevolezza non può che partire dai giovani, da coloro che potremmo chiamare “nativi ambientali”: una generazione che nella quotidianità dei comportamenti trova già come prospettiva naturale il rispetto dell’ambiente in cui vive perché quello stesso ambiente fa parte del loro futuro.