E’ un po’ come dire che le piante del passato sono le nostre radici: questo il senso del progetto “Frutteto della biodiversità”, con la consapevolezza che per costruire un futuro sostenibile abbiamo bisogno di questa memoria vivente, piante antiche che hanno dato prova di resilienza, assicurato sostentamento alle popolazioni, offerto qualità ambientale e bellezza paesaggistica.
Per questo Arpae Emilia Romagna ha promosso la realizzazione del “Frutteto della biodiversità” nel Parco agroalimentare Fico (il più grande del mondo) presso il quale sono state messe a dimora alcune delle piante più significative e caratteristiche d’Italia. Piante gemelle dei patriarchi da frutto e forestali dotate di grande rusticità e resistenza alle avversità climatiche e parassitarie.
Il giardino rappresenta un modello di conservazione genetica esportabile in altri Paesi dove si sta perdendo la biodiversità.
A partire dal 2018, inoltre, Arpae e Snpa proporranno all’interno di Fico un articolato programma scientifico ed educativo che coinvolgerà università, scuole, associazioni e tutti i cittadini interessati. Verranno organizzati convegni scientifici, laboratori, eventi collegati alle eccellenze regionali in tema di biodiversità, agricoltura sostenibile e corretta alimentazione.
Il frutteto della biodiversità coinvolge la rete emiliano romagnola dell’educazione alla sostenibilità ed è parte del Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), che con la Fondazione Fico e Arpae ha sostenuto il progetto che persegue quattro obiettivi: conservare i geni di piante longeve; recuperare la memoria legata alla coltivazione, conservazione e impiego delle piante da frutto; promuovere la divulgazione scientifica e la valenza educativa del frutteto quale occasione studio; valutare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto attraverso l’analisi delle diverse fasi fenologiche (apertura delle gemme, fioritura).
Tra le specie presenti nel Frutteto della biodiversità vi sono: l’Acerone dei Nebrodi (Messina); Cipresso di San Francesco (Rimini); Fico di Cavana (Parma); Fico di Fossacesia (Chieti); Fico d’India longifoglia (Sardegna); Loto di Maleo (Lodi); Mandorlo di San Giovanni Rotondo (Foggia); Melo di Fondo (Trento); Melo grande Alessandro (Biella); Melograno di Roma (Roma); Noce dei Trocchi (Perugia); Olivo di Venafro (Isernia); Pero pastore (Potenza); Vite di Mantonico di Bianco (Reggio Calabria); Vite di Taurasi (Avellino).