Assistiamo oggi con sempre maggiore frequenza, alle conseguenze indotte dai cambiamenti climatici sugli ecosistemi e sulla nostra società. I lavori svolti a livello internazionale dall’Intergovernmental Panel on Climate Change sottolineano che, a fronte delle molteplici azioni oggi intraprese per contrastare gli effetti connessi alla variabilità climatica (attraverso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra) gli esiti siano comunque inevitabili. Importanti studi evidenziano inoltre come la variabilità climatica sia strettamente legata alle attività umane e come le temperature, le emissioni di CO2 e il livello dei mari continueranno progressivamente a crescere con impatti negativi su parecchie aree del Pianeta. Per questo è stato firmato a Roma un contratto tra ISPRA, UNEP-DTU (United Nations Environmental Programme – Danish Technical University Partnership), enti attuatori e UNOPS (United Nations Office for Projects and Services), gestore del fondo fiduciario per ICAT – Initiative on Climate Action Transparency. Un accordo volto a supportare i Paesi emergenti e in via di sviluppo in tema di formazione per migliorare la trasparenza negli impegni assunti derivanti dall’Accordo di Parigi in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Le prime realtà territoriali coinvolte saranno: Etiopia, Botswana, Iran, Maldive, Tunisia e Bahamas, Paesi con i quali attualmente il Mattm collabora promuovendo iniziative di cooperazione nell’ambito della lotta ai cambiamenti climatici.
Il progetto, della durata di un anno e mezzo, ha come obiettivo quello di accrescere la capacità di rendicontazione e comunicazione dei Paesi beneficiari sui progressi relativi agli impegni di mitigazione e di adattamento a livello nazionale e sull’utilizzo delle risorse finanziarie ricevute. Nel 2016 l’Italia, attraverso il Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare, ha deciso di finanziare ICAT con 5 milioni di euro e nel 2017 all’ISpra è stato affidato il compito d’implementare il progetto che afferisce ai fondi del Mattm.
L’Accordo di Parigi, entrato in vigore il 4 novembre 2016, dopo la ratifica di 55 Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra, è stato approvato ad oggi da 180 Paesi sui 197; per la prima volta, praticamente tutti gli Stati del mondo si sono impegnati formalmente a ridurre le loro emissioni entro il 2030, attraverso piani di mitigazione chiamatici. L’Ispra, responsabile in Italia del reporting e della contabilizzazione degli assorbimenti e delle emissioni di gas serra nell’ambito UNFCCC e Protocollo di Kyoto, trasferirà l’esperienza acquisita nel corso di questi anni, realizzando attività formative rivolte ai funzionari e ai principali stakeholder dei Paesi beneficiari.