Se ogni Stato chiudesse le proprie frontiere in ragione della sicurezza si tornerebbe indietro nel processo d’integrazione. “Sono contrario alla cancellazione di Schengen, ma sono convinto che la sua sopravvivenza passi per una revisione delle procedure che implicano anche la comune gestione delle frontiere esterne da parte di tutti e con la responsabilità di tutti gli Stati europei”. A dirlo il Ministro dell’interno, Angelino Alfano all’apertura dei lavori della IV Lectio Magistralis “Limes Europae – Le frontiere esterne dell’Unione europea”, organizzata a Montecitorio dalla Fondazione De Gasperi e dalla rappresentanza italiana della Fondazione Konrad Adenauer. Lefrontiere esterne devono essere sempre più organizzate come responsabilità sovranazionali, ha detto ancora Alfano, infatti “se non ci fosse un’intesa sul tema tra Commissione e Parlamento, la questione dovrebbe essere affrontata in sede di intese tra i diversi Stati. Si deve accogliere, ma anche respingere con decisione quando chi voglia entrare non abbia i requisiti previsti dalla normativa europea. Un po’ come hanno fatto e fanno ancora oggi gli stati Uniti in tema di migrazione nel proprio territorio. E’ necessario – ha continuato il Ministro – dimostrare che una circolazione libera è anche una circolazione sicura: la sicurezza è un prezzo essenziale della nostra libertà, lo sforzo è coniugare libertà e sicurezza nella circolazione”. Il tema centrale della lezione inaugurale del seminario ha tuttavia riguardato la gestione comune dei confini europei della frontiera esterna perché, ha detto il titolare del Viminale “una volta affermato che deve essere governata in una dimensione sovranazionale e non può essere responsabilità di un singolo Stato: dobbiamo dare all’Europa la forza di saper accogliere chi arriva, ma anche rifiutare chi non è in regola. L’Europa deve essere capace di avere dei controlli severi anche attraverso delle guardie di frontiera europee, che siano nelle condizioni di valutare e valutare l’accesso. E’ un tema legato in modo indissolubile all’idea stessa dell’Europa – ha concluso il Ministro – che è destinata a declinare se non dimostrerà di saper gestire la frontiera. Tutte le recenti elezioni dimostrano che i popoli europei votano su due grandi temi: le scelte di politica economica e quelle di sicurezza e immigrazione. Oggi il sentimento europeo è pervaso da un’ansia sul futuro europeo dal punto di vista economico, ma anche e molto da un’ansia che deriva dalla preoccupazione sulla sicurezza e sul rapporto con il diverso. Su questo tema si gioca la credibilità dei governi europei”.