La percezione dei problemi ambientali è legata a esperienze e attitudini personali ma è anche influenzata dai media e dai temi di politica e lo studio di stili di vita e di consumo della popolazione ha rilevanza in termini di sostenibilità ambientale, di benessere sociale e qualità della vita, ma è anche uno strumento fondamentale per il decisore politico. Nel 2021, i cambiamenti climatici si confermano al 1° posto tra le preoccupazioni per l’ambiente: così si esprime la metà della popolazione di 14 anni e più (51,5%) a seguire i problemi legati all’inquinamento dell’aria, preoccupazioni che sono meno sentite negli ultimi 3 anni, soprattutto al Nord e nel Mezzogiorno e nei grandi comuni. Al 3° posto si colloca la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (44% degli over14), ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale vengono percepiti nell’inquinamento delle acque (40%) e nell’effetto serra e buco nell’ozono (34,9%).
Gli altri problemi ambientali preoccupano meno di 3 persone su 10 e in fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni del futuro che coinvolgono una quota ristretta di persone, come le conseguenze del rumore sulla salute e la rovina del paesaggio percepita in modo crescente nelle regioni con vocazione turistica, come Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche, oppure in regioni industrializzate come la Lombardia.
L’analisi dei comportamenti ambientali e, degli stili di vita e di consumo sono di grande interesse per costruire un quadro complessivo dell’approccio dei cittadini rispetto all’ambiente. Nella popolazione di 14 anni e più i comportamenti ecocompatibili sono finalizzati alla conservazione delle risorse naturali e nel 2021 il 67,6% degli intervistati dichiara di fare attenzione a non sprecare energia, il 65,9% a non sprecare l’acqua e il 49,6% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di diminuire l’inquinamento acustico. Inoltre il 37,1% della popolazione legge le etichette degli ingredienti e il 24,4% acquista prodotti a km. zero.
Nelle regioni del Nord si rileva una percentuale elevata rispetto alla media nazionale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 52,4% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (45% nelle regioni del Mezzogiorno) e il 19,9% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati1 (13,9% nel Sud e Isole).
Nelle regioni del Centro si nota un’attenzione alle etichette dei prodotti (39,3% contro il 35,4% del Mezzogiorno) e all’acquisto dei prodotti biologici (15,7% rispetto al 14,4% del Nord). I residenti nel Mezzogiorno si distinguono per la frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (29,6% contro 21,1% del Nord), l’attenzione a non sprecare acqua ed energia non mostra variabilità legata al territorio.
Dopo i 25 anni le percentuali di coloro che adottano i comportamenti ecocompatibili analizzati risultano più elevate, non spreca acqua il 52,3% delle persone tra i 14 e i 34 anni rispetto al 71,2% degli over 55, mostra attenzione a non sprecare energia il 50,5% degli under 34 rispetto al 73,8% di coloro che hanno più di 55 anni. Quanto alla scelta di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati le percentuali più elevate si registrano tra i giovani sotto i 34 anni, li sceglie abitualmente il 22,4% contro il 16,3% degli over55. Le donne sono più attente a mantenere comportamenti ecocompatibili; le differenze più evidenti si colgono sui comportamenti di acquisto: legge abitualmente le etichette degli ingredienti il 43% delle donne rispetto al 30,7% degli uomini e acquista come prassi alimenti o prodotti biologici il 17,2% delle donne e il 12,3% degli uomini e sono in media più accorte a non sprecare acqua (68,5% rispetto al 63,2%) ed energia (69,8% rispetto al 65,2%). Al crescere del livello di istruzione aumentano le quote di coloro che abitualmente li adottano, tra i titoli più elevati e i più bassi vi sono 20 punti percentuali di differenza nell’abitudine a leggere le etichette dei prodotti, 15 nell’acquistare prodotti biologici e 10 nel rivolgere le preferenze verso i prodotti a km. zero. Una maggiore propensione delle persone con titolo di studio più elevato si rileva anche nell’attenzione a non sprecare acqua ed energia, ma il divario è di minore entità.