Co-combustione in cementeria e riciclo chimico, due tecnologie per la gestione dei rifiuti e per la sostenibilità dell’industria italiana messe a confronto nell’evento “I rifiuti come risorsa: tecnologie a confronto”, organizzato da Federbeton – Federazione di Confindustria che rappresenta le associazioni della filiera del cemento e del calcestruzzo – e dal LEAP (Laboratorio Energia e Ambiente Piacenza del Politecnico di Milano).
Alla presenza del Presidente di Federbeton, Roberto Callieri, e del Vice Presidente Antonio Buzzi, ne hanno discusso fra gli altri Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile MiTE e Carmelina Cicchiello, Responsabile Ufficio Patrimonio, Politiche abitative, Demanio, Ciclo integrato dei rifiuti ANCI.
Spunto del dibattito è stato lo studio Riciclo chimico dei rifiuti e l’industria del cemento, realizzato dal laboratorio Energia e Ambiente Piacenza (LEAP), società consortile partecipata dal Politecnico di Milano. Stefano Consonni e Federico Viganò (LEAP/Politecnico di Milano) ne hanno presentato i principali risultati, alla luce del contesto sulla gestione dei rifiuti in Italia delineato, invece, da Valeria Frittelloni (Responsabile del Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare ISPRA).
Lo studio ha messo a paragone due tecnologie ugualmente valide nella gestione dei rifiuti plastici: l’utilizzo del CSS in co-combustione in cementeria e il riciclo chimico (waste to chemicals).
Al di là degli aspetti più tecnici, dallo studio emerge chiaramente che la scelta tra una o l’altra soluzione non può prescindere da un’indagine di tipo Life Cycle. Un approccio di questo tipo è stato, infatti, utilizzato nello studio per effettuare l’analisi comparativa fra le due soluzioni.
Nello specifico, lo studio ha mostrato che l’utilizzo del CSS nell’impianto di produzione di cemento comporta minori emissioni di CO2 e un minor consumo energetico rispetto all’utilizzo degli stessi nei processi waste to chemicals, in particolare di gassificazione, considerati.
«È importante – sottolinea Antonio Buzzi, Vice Presidente di Federbeton – che, nella pianificazione impiantistica sul territorio, le amministrazioni adottino un approccio neutrale nei confronti delle tecnologie e dei processi. È fondamentale utilizzare metodiche LCA (Life Cycle Assessment) e LCCA (Life Cycle Cost Analysis), calate nella specifica realtà territoriale e prendendo in considerazione anche gli impianti già esistenti. Solo così c’è la garanzia di fare scelte realmente efficaci dal punto di vista della sostenibilità».
Federbeton, inoltre, ha individuato la co-combustione di CSS come una delle leve per il raggiungimento della carbon neutrality al 2050. La parziale sostituzione dei combustibili fossili con combustibili alternativi come i CSS consentirebbe una riduzione delle emissioni di CO2 del 12%.
«L’industria italiana del cemento, centrale per la ripartenza del Paese così come immaginata nel PNRR, sta affrontando una congiuntura economico-sociale complessa. Oltre che con la sfida per la decarbonizzazione, il comparto è alle prese con i continui rialzi dei costi dell’energia – commenta Roberto Callieri, Presidente di Federbeton –. In un momento storico come quello attuale, bisogna ragionare sempre meno a compartimenti stagni prediligendo una visione di insieme che tenga conto del benessere economico, ambientale e sociale del Paese. Investire nei combustibili solidi secondari, significa da un lato far fronte alla grave emergenza rifiuti del nostro Paese e dall’altro fornire all’industria un combustibile a km0, immediatamente disponibile e che permetta una prima indipendenza energetica dall’estero».