Si è tenuto il 22 giugno a Roma, presso l’Auditorium Aldo Moro, il Convegno nazionale in tema di autonomie e finanza locale, organizzato da Fondazione IFEL, ANCI, Centro Studi dei Comuni italiani, con il contributo di ANUTEL, EURISPES e Fondazione ASTRID. Hanno partecipato Lucio Alessio D’Ubaldo, Direttore del Centro Studi dei Comuni italiani e Segretario generale di Federsanità Anci, Francesco Tuccio, Presidente Anutel, Giacomo Montanari, esperto di diritto tributario degli enti locali, Guglielmo Bernabei, dottore di ricerca in diritto costituzionale, regionale e degli enti locali, Giovambattista Palumbo, Direttore osservatorio politiche fiscali di Eurispes, Giancarlo Pola, Professore Eminente Studioso di Scienza delle Finanze dell’Università di Ferrara, Pasquale Mirto, Consulente Anci Emilia Romagna, Giorgio Macciotta, Componente del direttivo della Fondazione Astrid, Salvatore Ciuccio, Vice Presidente del Consiglio comunale della Città di Capri. Ha concluso i lavori Andrea Ferri, responsabile del dipartimento finanza locale della Fondazione Ifel.
L’evento ha inteso, poi, presentare i risultati dell’ultimo studio condotto da Guglielmo Bernabei e Giacomo Montanari, dal titolo “Autonomie e Finanza locale”, edito da Cleup-Università di Padova, finalizzato ad approfondire il tema della fiscalità ambientale, tentando di individuare i punti di equilibrio con gli aspetti legati al decentramento amministrativo e al ruolo degli enti locali.
Il dibattito emerso durante i lavori ha sottolineato il fatto che i tributi locali immobiliari ed ambientali avrebbero dovuto costituire, nelle intenzioni, sia del legislatore sia della dottrina, gli ambiti privilegiati di finanziamento dei Comuni. Si è ricordato che già in sede di legge di Stabilità, fin dal 2013, si è verificata una progressiva riduzione dei trasferimenti dallo Stato centrale agli enti locali. Sottrazione di risorse economiche che hanno creato non poche difficoltà nel funzionamento dell’ente locale stesso e nella gestione del territorio da esso governato. Gli studiosi intervenuti hanno convenuto su un punto imprescindibile: il livello e la composizione delle entrate e delle spese dei Comuni presenta una forte variabilità legata all’eterogeneità delle loro caratteristiche orografiche, demografiche, economiche e sociali. Inoltre, si è evidenziato che l’attuazione di una politica tributaria ambientale non è facile, in quanto la proposizione in generale di un tributo non è cosa gradita né per i privati né per le imprese, tantomeno quando il tributo non riesce a modellarsi sui canoni di una tariffa. La funzione tributaria ha un carattere essenzialmente strumentale e non attiene alla cura diretta degli interessi dell’ente locale, ma serve ad assicurare i mezzi per poter assolvere ai compiti a questo assegnati. Tuttavia, il convegno ha portato alla conclusione di ritenere ancora possibile una previsione ecologicamente orientata, che si sostanzi in un sistema di prelievi locali a carattere ambientale, strettamente correlati all’allocazione delle fonti inquinanti, per quanto in uno spazio operativo più angusto rispetto alle premesse della legge delega 42/2009.