La Relazione annuale CPT – Politiche nazionali e politiche di sviluppo a livello territoriale – ha l’obiettivo di fornire, principalmente attraverso la lettura dei flussi finanziari pubblici regionali di fonte CPT, un’analisi delle diverse componenti della spesa in Italia e nel Mezzogiorno e, al tempo stesso, una valutazione delle modifiche intervenute sui principali aggregati, con particolare riferimento alla spesa per lo sviluppo.
Negli ultimi anni, le politiche regionali di sviluppo, in Italia come in Europa, sono state fortemente condizionate dalla riduzione complessiva delle risorse destinate al finanziamento degli investimenti, derivante principalmente dalle politiche di riequilibrio dei conti pubblici. Il rispetto del Patto di Stabilità Interno ha costituito un limite notevole alla programmazione e realizzazione di investimenti per molte amministrazioni locali e, al tempo stesso, la flessione complessiva delle diverse fonti di finanziamento e il restringersi dei margini di flessibilità nei bilanci, hanno portato ad una grave contrazione del complesso delle risorse destinate allo sviluppo.
La Relazione analizza tale contesto, soprattutto con riferimento ai suoi effetti territoriali, concentrando l’analisi sulla congiuntura recente con uno specifico focus sul 2015, ultima annualità rilasciata dal Sistema CPT, e sulle prime stime del 2016 fornite dall’Indicatore Anticipatore (IA).
Di seguito alcune delle principali evidenze:
– La spesa in conto capitale italiana erogata dal Settore Pubblico Allargato nel 2015 decresce ancora, passando dai 68,2 miliardi del 2014 ai 65,4 del 2015 e risultando ancora inferiore del 29 per cento rispetto al 2009; il suo rapporto al PIL passa dal 5,8 per cento del 2009 al 4,2 del 2015; gli investimenti, in particolare, si riducono nel 2015 del 38 per cento, passando dal 4,3 al 2,7 per cento del PIL.
SPA – SPESA IN CONTO CAPITALE E INVESTIMENTI
(anni 2000-2015; percentuale su PIL)
Fonte: Sistema Conti Pubblici Territoriali
– L’ulteriore riduzione rispetto all’anno precedente della spesa in conto capitale deriva, tuttavia, dall’effetto combinato di una caduta consistente della spesa nel Centro-Nord (-9,8 per cento), compensata dall’aumento di spesa registrata nel Mezzogiorno (+7,0 per cento), fortemente sostenuta dalla spesa aggiuntiva derivante dalla chiusura della programmazione comunitaria 2007-2013.
SPA – SPESA PUBBLICA IN CONTO CAPITALE AL NETTO DELLE PARTITE FINANZIARIE
(anni 2000-2015; euro pro capite costanti 2010)
Fonte: Sistema Conti Pubblici Territoriali
– La leggera ricomposizione dei livelli di spesa nel 2015 a favore del Mezzogiorno non ha tuttavia modificato la distribuzione delle risorse in alcuni settori rilevanti per l’erogazione di servizi collettivi. I livelli di spesa destinati all’investimento in settori fondamentali risultano nel Centro-Nord sempre nettamente superiori a quelli del Mezzogiorno e, nella maggior parte dei casi, in forte riduzione. Significativo notare che le differenze più rilevanti tra le due macro aree riguardano i servizi essenziali: Politiche sociali, Sanità, Reti infrastrutturali, Mobilità. La strutturalità del divario in termini di spesa è confermata dalla disparità in termini di dotazioni effettive e di servizi offerti.
SPA – TOTALE SPESA NETTA PER MACRO SETTORE E PER MACRO AREA
(anno 2015; euro pro capite costante 2010)
Fonte: Sistema Conti Pubblici Territoriali
– Nel complesso la spesa in conto capitale destinata al Mezzogiorno dai grandi investitori nazionali si colloca ampiamente al di sotto dell’obiettivo programmatico del 45 per cento. Particolarmente problematico è il caso della spesa per investimenti delle Ferrovie dello Stato, nonostante il leggero incremento della spesa tra 2014 e 2015. Ma anche le Aziende ex IRI e Poste italiane risultano particolarmente lontane, concentrando esclusivamente o prevalentemente nel Centro-Nord il loro impegno di investimento. Al contrario prossima o superiore all’obiettivo del 45 per cento è la quota di incentivi erogati al Sud da GSE e da Terna nel campo dell’energia rinnovabile.
– Il picco del 2015 nella spesa in conto capitale, tuttavia, non inverte il crollo strutturale iniziato nel 2010 di tale componente, come segnala la Corte dei Conti e come peraltro confermano le prime stime derivanti dall’ Indicatore anticipatore dei Conti Pubblici Territoriali (IA). Per il 2016, infatti, le stime dell’ IA registrano una contrazione della spesa in conto capitale della PA che scende a 35,2 miliardi, con una variazione negativa di quasi il 6 per cento. Questa tendenza, segnalata – pur con le dovute differenze – anche nel Documento di economia e finanza 2017, riporta la spesa ai livelli del 2014, evidenziando la straordinarietà dell’incremento di spesa osservato nel 2015 dovuto, come detto, alla chiusura del periodo di programmazione comunitaria 2007-2013.
– Anche nel 2015, la crescita della spesa della Pubblica Amministrazione nel Mezzogiorno è determinata quasi esclusivamente dall’aumento della componente esplicitamente destinata allo sviluppo territoriale (Fondi strutturali e FSC). Si ribadisce quindi come la componente di spesa in conto capitale esplicitamente finalizzata allo sviluppo territoriale, abbia svolto costantemente e ancor più nelle fasi conclusive dei cicli comunitari, una funzione essenziale di sostegno allo sviluppo nel Mezzogiorno, rappresentando mediamente più della metà della spesa in conto capitale complessiva, con punte che, nelle fasi di chiusura dei periodi di programmazione, raggiungono livelli ancora più elevati: 65,4 per cento nel 2001, 58,5 nel 2007, 72,0 nel 2015. Questo scenario, se enfatizza il ruolo delle risorse aggiuntive che nel Mezzogiorno sostengono pesantemente la spesa in conto capitale, rende tuttavia irrilevante la politica ordinaria che giunge a rappresentare, in termini pro capite nel 2015, meno di un terzo del totale delle risorse in conto capitale e circa la metà di quelle aggiuntive.
PA – SPESA IN CONTO CAPITALE E RISORSE AGGIUNTIVE
(anni 2013-2015; euro pro capite costanti 2010)
Fonte: Sistema Conti Pubblici Territoriali
– Un primo passo in direzione del riequilibrio tra i due principali canali finanziari che compongono la spesa in conto capitale nel Mezzogiorno è la reintroduzione nella L. n. 18/2017(art. 7bis), di principi per il riequilibrio territoriale. La norma dispone che le Amministrazioni Centrali si conformino all’obiettivo di destinare agli interventi nel territorio meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna) un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento a decorrere dalla Legge di bilancio per il 2018. Le risorse ordinarie vengono quindi orientate al rispetto del principio di equità, finalizzato a far sì che il cittadino, a qualunque area del Paese appartenga, possa potenzialmente disporre di un ammontare di risorse equivalente, mentre le risorse della politica aggiuntiva, prevalentemente destinate al Sud, hanno la funzione di garantire la copertura del divario ancora esistente, dando attuazione al co. 5 dell’art. 119 della Costituzione. Un esercizio di simulazione segnala che, laddove tutta la spesa ordinaria delle Amministrazioni Centrali fosse stata sottoposta a riserva nel periodo 2000-2015 , l’ammontare complessivo di spesa pubblica oggetto di redistribuzione che ne sarebbe derivato sarebbe stato pari a 1,63 miliardi medi annui a prezzi 2010.
AMMINISTRAZIONI CENTRALI – SPESA ORDINARIA EFFETTIVA E SPESA ORDINARIA COERENTE CON LA POPOLAZIONE DELL’AREA
(anni 2000-2015; miliardi di euro costanti 2010)
Fonte: Sistema Conti Pubblici Territoriali