Il Consiglio dei ministri che si riunisce in queste ore decreterà “lo stato di emergenza per tutte le Regioni che lo hanno chiesto – ha detto ieri il premier Conte al question time alla Camera”. “Occorre ribadire, al fine di garantire gli interventi programmatici per la lotta al dissesto idrogeologico – ha aggiunto – che il disegno di legge di bilancio prevede già il finanziamento per interventi strutturali contro il dissesto idrogeologico. In un fondo del Ministero dell’Economia, come ho già anticipato, ci sono 900 milioni di euro per il triennio”.
Il piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico sarà presentato dal Governo entro la fine di novembre e “costituirà l’occasione per la programmazione e il coordinamento dei progetti da mettere in cantiere per porre in sicurezza il territorio e contro dissesto idrogeologico”. Per finanziare interventi contro il dissesto idrogeologico “Il Governo non ha mai detto no al prestito della Banca europea degli investimenti e l’interlocuzione è in corso – ha concluso Conte – ci potrà tornare utile per eventuali progetti che saranno presentati dalle Regioni”.
l’Ispra nell’ultimo Rapporto ha fornito il quadro di riferimento sulla pericolosità per frane e alluvioni dell’intero territorio nazionale, nonchè gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali. Secondo il Report, oltre 7 milioni di persone vivono in territori vulnerabili; più di un milione risiede in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e 6 milioni in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni).
“Almeno nove le regioni con il 100% di Comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria; a queste si aggiungono l’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento con percentuali tra il 90% e il 100%. Il 91% dei Comuni italiani e oltre 3 milioni di nuclei familiari vivono in territori classificati ad alta pericolosità”.
I fatti di queste settimane ci presentano inoltre uno scenario fosco, qualcuno l’ha definito apocalittico, del Veneto e del Friuli dove davvero importanti sono state le criticità idrogeologiche e forestali. Il Gruppo di lavoro costituito dalla Regione Veneto e da Avepa sta ora realizzando la raccolta dei dati disponibili, anche attraverso l’attivazione del Servizio Emergency Copernicus, fornito dalla Commissione europea, avviando nel contempo tutte le procedure per monitoraggi specifici da effettuare nelle aree più colpite del territorio regionale. In particolare, saranno eseguiti rilievi da aeromobile per l’acquisizione di fotogrammi ad elevata risoluzione e rilievi con tecnologia Lidar, nelle aree montane e pedemontane, lungo i corsi d’acqua principali e nella zona costiera.