L’articolo 38-septies della legge n. 196 del 2009, introdotto dall’articolo 9 del decreto legislativo del 12 maggio 2016, n. 90 relativo al completamento della riforma del bilancio (successivamente modificato dalla legge 4 agosto 2016, n. 163) dispone, per il bilancio dello Stato, la sperimentazione in sede di rendicontazione di un bilancio di genere. Uno strumento teso a realizzare una maggiore trasparenza sulla destinazione delle risorse di bilancio e sul loro impatto su uomini e donne. Entrambi sono, infatti, influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio non solo in relazione alle specifiche politiche, ma anche in relazione alle loro diverse situazioni socio-economiche, ai bisogni individuali e ai comportamenti sociali. La sperimentazione è stata avviata con la redazione di un bilancio di genere riferito al conto del bilancio dello Stato per l’esercizio 2016, sulla base della metodologia generale stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 giugno 2017.
La Ragioneria generale dello Stato offre dunque una rappresentazione delle spese del bilancio riclassificate contabilmente in chiave di genere, una serie di indicatori statistici per monitorare le azioni intraprese per incidere sulle disuguaglianze di genere e la loro associazione alla struttura del bilancio, nonché un’analisi dell’impatto sul genere delle principali misure di politica tributaria. Nonostante i progressi degli ultimi anni, nella nostra economia permangono disparità tra donne e uomini. Soprattutto nel mercato del lavoro, in termini di partecipazione, di opportunità di carriera, di retribuzione, di segmentazione orizzontale e dell’onere non retribuito della cura della famiglia; ma anche nella partecipazione ai processi decisionali e nell’interesse per la politica. Meno marcate sono, invece, le differenze in termini di livelli di istruzione e di accesso alla salute. In questi settori, tuttavia, comportamenti sociali e culturali consolidati continuano a produrre stereotipi rilevanti a sfavore delle donne che hanno, per esempio, una minore propensione a laurearsi nelle discipline scientifiche, matematiche e tecnologiche. Questi divari hanno ripercussioni non solo sulle opportunità degli individu,i ma anche sulla crescita del sistema economico nel suo complesso. Un impulso ad una più marcata riduzione delle diseguaglianze di genere può essere sostenuto dall’attuazione di un bilancio di genere e dall’integrazione di obiettivi di equità in una prospettiva di genere nel processo decisionale del bilancio e nell’attuazione delle politiche pubbliche.
La Relazione appena presentata è articolata in due parti. La prima descrive il conto del bilancio dello Stato per l’esercizio 2016 secondo una prospettiva di genere e include una breve analisi dei divari uomo-donna nell’economia e nella società italiana, unitamente a quelli riguardanti il personale delle amministrazioni centrali dello Stato, oltre all’analisi dei principali interventi normativi, delle entrate e delle spese del bilancio del 2016 declinata in una prospettiva di genere. La seconda parte del documento riporta, invece, considerazioni e riflessioni sulla sperimentazione del bilancio di genere, nonchè una serie di indicazioni per configurare l’adozione a regime di questo strumento.