E’ appena stato esaminato in Conferenza unificata, il Piano straordinario relativo agli invasi multiobiettivo e al risparmio di acqua per uso agricolo e civile che darà risposta ai diversi territori interessati da problemi di rischio idraulico o, per contro, da fenomeni di siccità riconducibili anche a perdite idriche durante il passaggio all’utenza finale.
Gli interventi, che hanno importi che vanno da 1 a 5 milioni di euro e rispondono ad un reale fabbisogno, potranno inoltre dare impulso al settore delle costruzioni per la dimensione contenuta del costo a base di appalto, per lo stato avanzato del progetto e per le caratteristiche delle opere stesse.
Frutto della sinergia tra le Amministrazioni centrali e le Autorità di bacino distrettuali, enti di pianificazione della risorsa idrica a livello sovraregionale o regionale, il Piano straordinario rappresenta uno dei primi strumenti che affronta da un punto di vista integrato un tema rilevante, come quello del risparmio e della conservazione di una risorsa primaria quale l’acqua, troppo a lungo considerata alla stregua di “settore”.
Ogni azione è stata disposta dal titolare del Mit Danilo Toninelli e dalle sette Autorità di bacino distrettuali, secondo un ordine di priorità basato su una metodologia multi-criterio, che assegna un differente punteggio a seconda dell’utilizzo della risorsa idrica (irriguo, potabile, plurimo), della sismicità dell’area, del dissesto idrogeologico, degli obiettivi di efficientamento delle reti, di recupero o ampliamento della capacità di invaso, del cofinanziamento e del bacino di utenza. Tra i menzionati indicatori, notevole rilevanza è stata attribuita alla strategicità dell’opera definita in ragione del “potenziale livello di desertificazione”, criterio adottato di intesa con l’Ambiente e territorio.